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Sleepy Hollow – La recensione del pilot

La nuova serie TV dagli autori di Fringe diverte e convince

Sleepy Hollow

18.09.2013 - Autore: Marco Triolo
L'importante è crederci, fino in fondo. Questo è il motto che deve aver guidato Alex Kurtzman e Roberto Orci, sceneggiatori di Star Trek e creatori di Fringe, nella realizzazione di Sleepy Hollow, la nuova serie TV targata Fox, liberamente tratta dagli scritti di Washington Irving. Perché quando la premessa è così bizzarra, tanto vale prenderla sul serio. Dunque scordatevi strizzatine d'occhio al pubblico o battute meta-cinematografiche da parte dei protagonisti: Sleepy Hollow abbraccia la sua mitologia e ci regala un'ora di divertimento assicurato, avventura e atmosfera. E i dieci milioni di spettatori del primo episodio sembrano aver gradito.



Diretto da Len Wiseman (Underworld, Total Recall), il pilot di Sleepy Hollow si apre su un campo di battaglia della Rivoluzione americana, dove assistiamo alle origini del Cavaliere senza testa quando Ichabod Crane (Tom Mison) decapita un suo gigantesco avversario. Da lì, la sceneggiatura (di Kurtzman, Orci e Phillip Iscove) non perde tempo e ci trasporta subito ai giorni nostri, quando Crane si risveglia in una grotta: l'uomo non è invecchiato di un giorno e presto scopre che anche il suo acerrimo nemico ha attraversato i secoli e si è messo a decapitare gente nella Sleepy Hollow del 21° Secolo. Con l'aiuto di un tenente di polizia locale, Abbie Mills (Nicole Beharie), Crane indagherà dunque sulla scia di delitti, scoprendo che dietro al Cavaliere si nasconde una cospirazione demoniaca molto più vasta.

Il pilot si avvale di dialoghi frizzanti, che giocano benissimo con la nozione di un uomo del Settecento che si ritrova improvvisamente catapultato in un mondo completamente diverso, dove a ogni isolato c'è uno Starbucks e dove i neri e le donne sono emancipati – e dove le donne di colore possono entrare in polizia e indossare i pantaloni! Ma poi, quando bisogna fare sul serio, l'azione non latita: il Cavaliere senza testa impara presto a usare le armi automatiche, Abbie scopre un segreto oscuro sul suo passato, ci sono tradimenti, colpi di scena e almeno uno spavento ben assestato. E poi c'è il grande Clancy Brown in un cameo, unico spunto meta di tutta la faccenda: Brown, come si sa, è il Kurgan di Highlander, e non può essere un caso che gli autori lo abbiano scelto in un pilot che parla di decapitazioni seriali...



Quello che funziona più di tutto, come si diceva, è proprio l'attitudine a prendere sul serio quello che si sta raccontando: anziché una farsa abbondante di cliché, ci ritroviamo così per le mani un fantasy sovrannaturale coi fiocchi, misto a un procedural di stampo moderno. Ma attenzione: per “serio” non intendiamo “dark” o “grounded”, quelle paroline che tanto piacciono ai reparti marketing di oggi. Di umorismo ce n'è, ma si ride “con” Sleepy Hollow e non “di” Sleepy Hollow.

Ancora non si hanno dettagli sulle trame dei prossimi episodi, ma non è difficile immaginare che la struttura della serie si baserà proprio sul mix di casi sovrannaturali e serietà da procedural che ha fatto la fortuna di Fringe, anche se qui il “sovrannaturale” sarà legato più alla magia nera che non alla scienza deviata. Speriamo che le prossime puntate si mantengano su questo livello, ma nel frattempo Sleepy Hollow si è guadagnato il beneficio del dubbio.
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