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Signs

A metà strada tra lo Spielberg di "Incontri ravvicinati del terzo tipo" e l'Hitchcock di "Uccelli" Shyamalan realizza un film psicologico carico di suspense.

Signs

12.04.2007 - Autore: lg
Di M. Night Shyamalan Con Mel Gibson, Joaquin Phoenix e Cherry Jones   Dagli anni ‘70 i campi di tutto il mondo sono teatro di un enigmatico e controverso fenomeno. Dei simboli geometrici compaiono nel corso del notte nei campi di grano, mostrando tutto il loro splendore al sorgere del sole. Questi disegni nei campi, ribattezzati oggi “Cerchi nel grano” sono il punto di partenza del nuovo film di M. Night Shyamalan, il giovane (31 anni) e talentuoso autore del “Sesto senso”.   In un grande campo di mais della Pensylvania due fratellini scoprono uno strano disegno fatto di cerchi più e meno grandi collegati fra loro. Graham (Mel Gibson), il padre dei due bambini che viene chiamato Padre da tutti perché è un ex pastore episcopale scopre che il simbolo è stato realizzato abbattendo gli steli con grande ordine e senza romperli. Graham che ha perso la fede dopo che la moglie è rimasta vittima in un incidente, non crede che i cerchi siano segnali premonitori ed è convinto che dietro ci sia la mano di qualche burlone della zona. Con loro vive suo fratello Merrill (Joaquin Phoenix), ex giocatore di baseball, che invece è più incuriosito dal fenomeno dei cerchi nel grano e studia il fenomeno insieme ai due bambini. Dopo che altri fenomeni compaiono improvvisamente in tutto il mondo Graham dovrà decidere se recuperare la sua fede e interpretare questi segni o continuare nel suo ostinato silenzio.   A metà strada tra lo Spielberg di “Incontri ravvicinati del terzo tipo” e l’Hitchcock di “Uccelli” Shyamalan realizza un film psicologico carico di suspense. Infatti se da un lato l’autore crea una notevole ansia nella testa dei protagonisti e di conseguenza degli spettatori, dall’altro, grazie ad un’arte filmica di grande spessore che sa rispettare i tempi del cinema classico, Shyamalan svela i lati più oscuri della vita: incontrando i morti, studiando i predestinati e infine mostrando gli alieni.   Signs è un film molto bello. Il tempo in sala sembra volare mentre nella finzione gli eventi si contano sul palmo della mano. Ma è proprio questa la grandezza di Shyamalan: prendere spunto da elementi o fatti paranormali e ricondurli a personaggi molto credibili cosa che alimenta l’ansia e scandisce i fattori emotivi.   Chiudiamo con un piccola frase di Shyamalan che racchiude un po’ tutto il suo pensiero sul cinema: “Una mia idea deve contenere un significato, della suspense, emozioni e umanità. Deve trasmettere un messaggio universale in cui tutti possano identificarsi, dall’India, al Giappone fino a Filadelfia.”
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