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Serialità migrante tutta da ridere 

In streaming e sul web le differenze culturali sono trattate in chiave comica

Master of None serie

21.11.2015 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Difficile parlare del tema immigrazione in questi giorni convulsi, nei quali, specialmente per quanto riguarda quella di tipo clandestino, viene accusata da più parti di essere il principale bacino di coltivazione di odio, violenza e crescita di irrispettosi stili di vita volti a dividere piuttosto che a unire. Eppure la sfida più grande per il futuro di un mondo sempre più aperto e costantemente in viaggio, è quella di comprendere come la convivenza pacifica e anche l’amore civico tra diversi individui diversi per nazionalità, etnia o religione, è qualcosa di non solo possibile, ma anche talmente reale, compiuta e tangibile, che alcuni prodotti diffusi in streaming possono avere persino la libertà creativa di riderci su.

É una buona notizia per chi desidera una società maggiormente inclusiva, scoprire che la cultura popolare, con un nutrito gruppo di showrunner, comici e protagonisti, ha da tempo fatto propri questi argomenti fino a riproporli al pubblico in chiave decisamente irriverente. É il caso di Master of None, la serie originale Netflix che vede protagonista il comico indiano-americano Aziz Ansari, nei panni di un giovane newyorchese che vive nella contemporaneità senza dimenticare i tratti che lo uniscono alla propria terra di origine, o che magari anche lo tengono distante.




Proprio nell’episodio della serie chiamato Parents, Ansari, immigrato di seconda generazione, dà voce alle storie dei suoi reali genitori, venuti in America dall’India, per ricordare quanto alcune libertà che il protagonista dà per scontate, il fatto di avere l’opportunità di vivere nel benessere, siano stato frutto di difficoltà e di abbattimenti di barriere anche culturali.

E ridere della riuscita o mancata integrazione, o del difficile percorso che sempre si compie per comprendere qualcuno che è molto diverso da noi, non è solo un tema che un paese multiculturale come gli Stati Uniti conosce bene. E anzi promuove. In Italia un curioso esperimento sul web ha dato vita ad un’ampia riflessione comedy sulla possibilità che il sogno di una società etnica e aperta sia effettivamente non solo un’utopia.

Si tratta di Welcome to Italy, realizzata con i fondi del Ministero dell’Interno e diretta dal regista Terry Paternoster, una webserie andata in onda per la prima volta a giugno, ma ancora disponibile su Youtube, dove si racconta il quotidiano di una comunità molto variegata, che si riunisce intorno a un’emittente romana: radio Baobab. 8 puntate con 7 protagonisti differenti, raccontati anche un punto di vista di un carattere italiano decisamente xenofobo, con il risultato di ottenere una serie di divertenti gag. 
 
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