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Serena Dandini verso La7. Nuova diaspora in Rai

La trasmissione Parla Con Me ancora in bilico. Tra decisioni rimandate e molti dubbi la conduttrice guarda al futuro con La7.

Serena Dandini

31.08.2011 - Autore: Alessia Laudati
Tra la mamma Rai e i suoi più illustri conduttori e dipendenti, continua il sanguinoso e chiacchierato divorzio. Il nuovo rapporto che si avvia al termine è quello intercorso fino ad oggi con la conduttrice Serena Dandini, da sette anni alla guida della trasmissione di successo Parla con me. Il casus belli scatenatosi tra la Dandini e la Rai riguarda proprio il rinnovo dei contratti e l’approvazione definitiva del programma, la cui messa in onda era prevista per il 28 settembre, da parte del Cda. Ma le continue obiezioni sulla struttura del programma, i ritardi e la nube di incertezza che ha avvolto altri format vincenti della rete ammiraglia, hanno forse convinto la Dandini a cercare una valida alternativa nello spostamento verso La7. Mossa che trova illustri precedenti negli ultimi mesi appena trascorsi. Tra gli addii o gli arrivederci alla Rai, si contano negli ultimi mesi: il conduttore Michele Santoro, il duo Fabio Fazio e Roberto Saviano, autori della trasmissione di successo Vieni via con me, ospitata da La7 e il dirigente Paolo Ruffini.

Nonostante Lorenza Lei, dg della Rai, si fosse impegnata a dire l’ultima parola sul contratto con la Fandango solamente durante la riunione del Cda programmata per mercoledì 7, lo staff di  Parla con me non potrebbe essere disposto ad aspettare e vedere ancora di più svalutato il proprio lavoro. Una valida alternativa esiste. Un nuovo programma su La7 in cantiere, Parla con me non è duplicabile essendo proprietà Rai, per il quale il nuovo dirigente La7 Paolo Ruffini pare si stia spendendo in prima persona. Ma cosa succede davvero in Rai, perché l’incertezza dei suoi dirigenti allontana quasi tutte le trasmissioni di successo e fa profilare un palinsesto piuttosto scarno, mentre una  nuova emittente è pronta ad accogliere con felicità tutti i profughi provenienti dalla rete ammiraglia? La spiegazione per un simile atteggiamento ancora non esiste in via ufficiale, c’è chi lo identifica con una dipendenza e un controllo sempre più stretto della rete da parte della classe politica e chi non sembra preoccuparsi del fatto anonimo che un’azienda incoraggia i suoi migliori dipendenti a muoversi verso lidi più assolati. Ciò che appare chiaro è che la scarsa tempestività nel rinnovo e nella conferma dei programmi, indebolisce la professionalità degli addetti ai lavori e fiacca il pubblico affezionato; sempre in grado di inforcare il telecomando e la facoltà di cambiare canale. 


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