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Saviano racconta Saviano

In onda il 21 aprile su Current Tv uno speciale dedicato all'autore di Gomorra.

Saviano racconta Saviano

20.04.2010 - Autore: Francesco Benincasa
“Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me. Sono un oggetto che viene trasportato. Ma sono libero. Perché la vera libertà è quella che hai nella tua testa”.

Si può sognare una vita normale? Si può sperare di non essere in ogni momento e per tutti “l’eroico Roberto Saviano”, di andare a prendersi un caffè semplicemente come un Roberto qualsiasi? Si può aspirare a ritornare a essere soggetto attivo che decide della propria vita e non semplicemente un “oggetto che viene trasportato”? Cose apparentemente alla portata di tutti, quelle che Roberto Saviano si augura per la sua vita, ma che ormai dall’ottobre del 2006 rappresentano una meta agognata per lo scrittore napoletano che vive sottoposto a un serrato protocollo di protezione dopo la pubblicazione del romanzo “Gomorra” e le minacce ricevute da parte di esponenti della criminalità organizzata.

Non è nuovo alle apparizioni televisive, Roberto Saviano, ma questa volta le telecamere di Current Tv (su Sky al canale 130) proveranno a raccontarne la storia da un punto di vista nuovo, in “Saviano racconta Saviano”, speciale con un taglio documentaristico che prenderà il via dall’adolescenza dello scrittore, quando la madre sognava per lui un pacato futuro da chimico e il tempo scorreva fuori dalle aule del liceo di Caserta che Roberto frequentava. Per soffermarsi poi sugli occhi dello scrittore, nei quali rimangono impresse le immagini del malaffare che respirava tutt’intorno, prima del “salto nel buio” rappresentato dalla pubblicazione dell’ormai notissimo romanzo e dalla presa di posizione pubblica a Casal di Principe, quando denunciò in piazza i nomi e i malaffari degli esponenti del clan dei Casalesi, invitando la popolazione alla ribellione verso lo stato delle cose.

Quindi, la sensazione di sentirselo addosso, il peso di quelle parole. Parole pesanti come macigni, che così come innescano un processo popolare collettivo di presa di coscienza di quante attività siano direttamente interconnesse con la criminalità organizzata, nello stesso tempo condannano lo scrittore a un’esistenza da recluso, con prima tre, poi cinque uomini addetti alla sua sicurezza, spostamenti rigorosamente controllati, vita da passare “come sterilizzato in una camera iperbarica, dentro una caserma dei carabinieri”.

Tutto questo proverà a raccontare Current Tv con lo speciale “Saviano racconta Saviano”, in onda mercoledì 21 aprile alle ore 21:10. Proprio mentre, nell’attualità di questi giorni, si infiamma la polemica dovuta alle parole del Premier, che ha accusato lo scrittore, insieme ad alcuni prodotti televisivi sull’argomento, di fare promozione alla mafia e di dare così una cattiva immagine dell’Italia.

“Una cosa è certa: io, come molti altri, continueremo a raccontare. Userò la parola come un modo per condividere, per aggiustare il mondo, per capire”, ha risposto Roberto Saviano. Uno che il peso delle parole se lo deve caricare in spalla ogni mattina, da quando suona la sveglia.
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