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Sanremo 2014: la terza serata si concentra sulla musica

Ospiti Renzo Arbore e Damien Rice. Ma al centro ci sono le canzoni in gara

Sanremo 2014 - Renzo Arbore

21.02.2014 - Autore: Marco Triolo
Sono due i momenti che rimangono impressi della terza serata del Festival di Sanremo 2014: il Flash Mob organizzato da Fazio e compagnia, e l'intervento di Renzo Arbore che, forte della sua Orchestra Italiana, esegue il suo cavallo di battaglia Ma la notte no, oltre al classico di Roberto Murolo Reginella e il bis Comme facette mammeta, che trascina l'Ariston in un delirio.

Per il resto, a parte gli ospiti Damien Rice – che esegue un medley di successi con la sua chitarra acustica – e l'astronauta Luca Parmitano, la serata scorre all'insegna, finalmente, della musica di Sanremo. Si esibiscono nuovamente tutti i Big, e al termine della porzione a loro dedicata viene stilata la classifica provvisoria. Eccola:

1. Francesco Renga
2. Arisa
3. Renzo Rubino
4. Perturbazione
5. Raphael Gualazzi
6. Cristiano De Andrè
7. Giusy Ferreri
8. Antonella Ruggiero
9. Noemi
10. Riccardo Sinigallia
11. Francesco Sarcina
12. Giuliano Palma
13. Ron
14. Frankie Hi-Nrg

A mezzanotte e mezza finalmente si esibiscono gli ultimi quattro giovani: si tratta di Rocco Hunt (Nu juorno buono), Veronica De Simone (Nuvole che passano), The Niro (1969) e Vadim (La modernità). A passare in finale sono Rocco Hunt e The Niro.

Luciana Littizzetto tenta un monologo sulla “grande bellezza”, ovvero la bellezza italiana, e attacca le signore che si fanno il lifting e si gonfiano le labbra. Accuse un po' già sentite, fatte oltretutto davanti a una platea dove tre quarti delle signore rientrano probabilmente nella categoria. Arbore, dal canto suo, scherza sulla sua età (76 anni portati splendidamente) e accenna al fatto che Luciano De Crescenzo, “che ha nove anni più di me, ha improvvise amnesie”. La sua performance si dilunga un po', ma almeno è piacevole. Arbore ne approfitta anche per ringraziare i grandi della televisione che lo hanno preceduto, in quest'anno che è il sessantesimo anniversario della Rai: Corrado, Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Antonello Falqui, Enzo Tortora, Raffaella Carrà, Enzo Trapani.

Il Flash Mob di cui dicevamo parte all'improvviso, quando un uomo inizia a inveire contro Fazio dalla platea: “Basta parlare, questo è un festival di musica!”. Si ripropone lo spettro delle contestazioni dei primi giorni, ma l'atmosfera si distende quando il pubblico capisce che in realtà è tutto organizzato: ragazzi e ragazze si alzano in piedi da ogni angolo del teatro e iniziano a cantare a cappella. Si tratta di un ensemble di trenta cantanti israeliani, gli Shai Fishman and The A Cappella All Stars, capaci di riprodurre i suoni di un'orchestra con le loro voci.

Per quanto riguarda i dati Auditel, la terza serata ha registrato una leggerissima diminuzione rispetto agli ascolti della seconda, con una media di 7.673.000 spettatori e uno share del 34,94%. Si tratta di una differenza minima: possiamo pure dire che gli ascolti si sono assestati, dopo il picco della prima serata. La durata eccessiva comunque si fa sentire: la prima parte della puntata è stata seguita da una media di 8.936.000 spettatori, la seconda da appena 4.017.000. Il calo rispetto alla terza serata del 2013 è comunque nettissimo: la media, allora, fu di 10.700.000 spettatori.

Infine, il sito www.sanremotweet.com riporta che nel corso della terza puntata, sono stati inviati 110.901 tweet sul Festival da 31.586 utenti. Il giudizio che traspare non è dei migliori: per i frequentatori di Twittter, Sanremo è "vecchio", "povero" e "noioso", almeno stando agli aggettivi più utilizzati nei "cinguettii".
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