Neal Caffrey (Matt Bomer, anche autore e produttore esecutivo) è una canaglia e perciò adesso è al fresco. Ad assicurarlo alla giustizia è stato Peter Burke (Tim DeKay), un federale molto in gamba che dirige l’unità White Collar, una sezione dell’FBI che si interessa di crimini non violenti come frodi, evasioni fiscali, falsificazioni e via dicendo. Caso archiviato quindi? Neanche per sogno perché le strade di guardia e ladro sono costrette a riallacciarsi quando Neal evade dal carcere di massima sicurezza in cui è rinchiuso andandosene sfacciatamente dall’ingresso principale e allontanandosi a bordo di una Rolls Royce. Ha un certo stile, sì e infatti, oltre a rubare, seduce chiunque incontri. Sono passati appena cinque minuti dall’inizio dell’episodio pilota e lui, fresco di fuga, fa shopping a Manhattan e incontra una benefattrice nelle vesti di una vedova facoltosa (Dihann Carroll) che gli offre un alloggio a cinque stelle in cambio di pochi spiccioli e di saltuari pomeriggi di babysitting alla nipotina ventenne... Capito il tipo?
La libertà è bellissima e ben si confà all’aspetto elegante di Caffrey che è anche un grande esteta, ma purtroppo dura tutto molto poco perchè l’agente Burke riesce a riacciuffare il manigoldo. Il fascino del ladro gentiluomo è però contagioso e il federale si accorge che riaccompagnarlo in cella potrebbe essere un peccato. Il ragazzo ha talento da vendere e in fondo lui ha qualche problemino con l’Olandese, uno falsario abilissimo che si è guadagnato le vette della lista nera dell’FBI. Ecco dunque l’idea: Caffrey mette la sua competenza, il suo genio e il suo vizietto al servizio della giustizia. In cambio ottiene la libertà vigilata necessaria per andare a cercare la fidanzata misteriosamente scomparsa che è la vera ragione per cui si è preso il disturbo di evadere e farsi beccare subito.
A sigillare l’accordo un braccialetto elettronico che rileva via satellite ogni movimento di Caffrey. Fidarsi è bene…
La coppia inizia così una spiritosa ma produttiva collaborazione che coinvolge anche la moglie di Burke (Tiffani Thiessen), una donna sexy e intelligente che offre sempre al marito consigli determinanti per le indagini e che inizialmente fatica a comprendere le ragioni dello strambo sodalizio.
Il modello a cui ispirarsi è il cinema dei caper movies e di “Prova a prendermi”, ma anche la commedia di “Alfie” e di “Shampoo”, e il rapporto intermittente tra i due protagonisti strizza ovviamente l’occhio a “48 ore”. Limitando il perimetro d’interesse al piccolo schermo, inscrivere “White Collar” nel filone del police procedural sarebbe insomma riduttivo. Qui il buonsenso supera volando la burocrazia di serie come “Law and Order” e riprende il discorso del “Detective Monk” (sempre in onda su USA Network) in una chiave più sofisticata, patinata e ironica molto più simile a “Burn Notice”.
La produzione, considerata l’ottima accoglienza che lo show ha ricevuto anche da parte della critica, è già al lavoro sulla seconda stagione. La prima arriva intanto su FoxCrime (canale 114 di Sky) dall’8 aprile ogni giovedì alle 21:55.
Gustatevi il promo:


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Risolvere crimini? Affare da criminali...
Un genio della truffa e un federale si uniscono per dar vita a "White Collar", serie originale, veloce e spiritosa che ha già conquistato la critica americana e adesso arriva su FoxCrime.

01.04.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice