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Ribelli per caso

Una piccola grande commedia chiamata a sfidare i kolossal natalizi, è un film che merita di essere visto per la sua capacità di divertire in maniera intelligente.

Ribelli per caso

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Non ci sono effetti speciali e neanche divi da copertina, ma Ribelli per caso di Vincenzo Terracciano, una piccola grande commedia chiamata a sfidare i kolossal natalizi, è un film che merita di essere visto per la sua capacità di divertire in maniera intelligente. Se qualcuno aveva ancora dei dubbi sul cinema italiano, è giunta lora di ricredersi: oltre le produzioni studiate a tavolino, per fortuna ci sono anche commedie come questa, piccoli miracoli capaci di scalfire la diffidenza del pubblico verso i film made in Italy. Nessuna operazione furba, insomma, semmai un omaggio ai grandi maestri della commedia italiana e, dopo le ottime accoglienze ottenute a Londra e Stoccolma, cè da augurarsi che il film prodotto da Mediatrade e Kubla Khan e distribuito dallIstituto Luce - abbia successo anche al botteghino. Le premesse, comunque, sono incoraggianti: la sceneggiatura scritta da Laura Sabatino in collaborazione con Terracciano ha già ottenuto nel 99 la menzione speciale del premio Solinas e di recente Ribelli per caso ha anche vinto il premio N.I.C.E. Interpretato con grande bravura da Antonio Catania, Giovanni Esposito, Franco Javarone, Renato Scarpa, Tiberio Murgia e Antonio Petrocelli, il film è ambientato interamente in una corsia ospedaliera, dove si ritrovano a convivere cinque personaggi diversissimi tra loro, ma saldamente alleati nellinnocente piano di ribellione. Niente sociologismi, però, perché , come spiega Terracciano, i personaggi sono uomini, non cartelle cliniche: ecco, dunque il reparto di gastroenterologia del policlinico di Napoli visto come teatro di situazioni paradossali, il palcoscenico di cinque esistenze che, tra gag e situazioni tipiche da commedia, rimettono in gioco sogni e utopie. A rafforzare la sceneggiatura, inoltre, concorre anche la diversità delle tipologie rappresentate. I cinque uomini di mezza età ricoverati nel reparto dellodioso professor Sorvino sono un impiegato chiamato rispettosamente avvocato, un fruttivendolo ossessionato dal cibo, un insegnante, un bancario ed un moribondo commerciante di vino. I giorni in corsia passano tra attese estenuananti, diagnosi lentissime e infermieri incapaci, ma a far esplodere il conflitto tra i pazienti ed il primario è una banale discussione. I pazienti della stanza 104 ormai sono sul piede di guerra e, per ribellarsi alle restrizioni severe di Sorvino escogitano un piano: organizzare una cena indimenticabile, con tutti gli alimenti proibiti e a loro più nocivi. Eccoli, dunque, intenti a nascondere pentoloni e mescoli, chiudersi nella stanza e assaporare con gusto paccheri lardiati, fritture, ragù e dolci: come dice Ciro il fruttivendolo, se si deve morire è meglio farlo a pancia piena. Ma per qualcuno di loro la cena potrebbe davvero risultare fatale ed è per questo che primario, parenti e poliziotti (divertentissimo lispettore interpretato da Gianni Ferreri) cercano in ogni modo di forzare la porta della stanza dove si è barricato leroico quintetto. Un crescendo di situazioni esilaranti (ma non mancano sprazzi di malinconia) che spinge il pubblico a seguire con affetto tutti i personaggi della storia, ognuno con i propri sogni alle spalle.