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Su Rai Uno, dal 18 luglio, un ciclo di 8 documentari nello Speciale Tg1.

Documentario

16.07.2010 - Autore: Francesco Benincasa
Nasce dalla collaborazione fra Tg1 e Rai Cinema il progetto che prenderà il via il 18 luglio prossimo su Rai Uno, e che si propone di rilanciare il genere documentaristico in tv, un modo “per guardare alla realtà e ai grandi temi di attualità senza dover rinunciare per questo alla qualità e a un linguaggio più specificamente cinematografico”, stando alle stesse parole della presentazione. Si chiama “Il Documentario”, ed è un (primo?) ciclo di otto proposte selezionate tra “quei documentari e quelle inchieste che ancora oggi sono un esempio di come si fa il documentario, di come si fa la televisione”, la “bella televisione”. Un’idea partita da Roberto Olla e Paola Delle Fratte, sviluppata assieme a Monica Maggioni e Carlo Brancaleoni e fatta propria dalla direzione del Tg1, dalla presidenza e dalla direzione di Rai Cinema, per portare all’attenzione del grande pubblico il documentario d’autore.

Un’idea che vedrà la luce all’interno dello Speciale Tg1, con cadenza settimanale. Questi gli otto titoli in programma:

“L’Oro di Cuba”, di Giuliano Montaldo, sguardo nell’anima di Cuba per ricostruire i momenti più esaltanti e quelli più drammatici della storia dell’isola caraibica, a cinquant’anni dalla rivoluzione;

“Sotto il Celio Azzurro”
, di Edoardo Winspeare, un lavoro sull’identità e sul rispetto, girato in una scuola che ospita 45 bambini di età compresa tra i 3 e i 5 anni, appartenenti a 32 nazionalità diverse;

“Tessere di pace in Medio Oriente”, di Luca Archibugi, che ripercorre trent’anni di scavi e restauri dedicati al mosaico in tutto il Medio Oriente compiuti da Padre Michele Piccirillo;

“Siamo tutti vecchi”, di Francesca Muci, viaggio nell’Italia che invecchia, a cura di colei che era stata la sceneggiatrice del menzionato lavoro di Luca Archibugi e de “L’Oro di Cuba” di Montaldo;

“Ward 54”, di Monica Maggioni, sull’incapacità di fare i conti con quel che è successo ad un ragazzo americano appena tornato dal fronte in Iraq;

e “Petrolio”, di Roberto Olla, la storia del petrolio italiano, che passa anche obbligatoriamente a fianco del delitto Pasolini.

In più, “Ritratto d’artista”, ovvero due documentari curati da Vincenzo Mollica, a chiusura del programma. Proprio questi ultimi titoli, insieme alle due proposte in cui i curatori del progetto presentano evidenti omonimie con i registi dei documentari in programma, hanno fatto storcere il naso ai giornalisti de “Il Fatto Quotidiano”, che pur applaudendo la scelta di portare in televisione il genere documentaristico, si sono posti più di un interrogativo sui criteri di selezione dei titoli proposti, domandandosi se davvero questi fossero i titoli più forti tra le produzioni di Rai Cinema.

Non rimane che vedere, dal 18 luglio prossimo e per otto settimane, se si sia trattato solamente delle solite illazioni, e se la selezione risponderà a quell’esigenza di qualità tanto sbandierata nella presentazione del progetto. Di certo c’è solo il forte desiderio di poter guardare almeno un po’ di “bella televisione”.

Di questi tempi non sarebbe poco.
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