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Prima dammi un bacio

Un film dedicato a chi vuole sognare. Una favola in chiave moderna sull'amore. Un uomo e una donna che si inseguono per tutta la vita sulla scia di una promessa d'amore eterno. Emozioni e sentimenti.

Prima dammi un bacio

12.04.2007 - Autore: Micol Passariello
di Ambrogio Lo Giudice, con Luca Zingaretti, Marco Cocci, Stefania Rocca.   "Prima dammi un bacio" è una favola sull'amore. Sul sentimento nobile ed eterno che da sempre insegna a sognare. Il dio Amore unisce uomini e donne, prende i loro destini e ci scherza. Rende le loro storie speciali, le carica di sentimento e di emozioni; fa sentire ogni uomo unico. Non conosce tempo né luogo. Eterno protagonista di speranze giovanili come senili. Il dio Amore è il vero protagonista di questa storia, dolce racconto che si snoda tra lacrime e sorrisi, inseguendo il filo rosso degli eventi.   Adele (Stefania Rocca) e Marcello (Marco Cocci) sono votati dalla loro nascita ad amarsi. Per sempre e nonostante tutto: nonostante gli avvenimenti che li terranno lontani l'uno dall'altra. Nascono insieme: stesso letto; stessa ora; stessa situazione. Madri differenti. E insieme crescono attraversando la prima infanzia, tra corse sui prati e risate all'aria aperta, come la vita di provincia permette di fare. La loro simbiotica esistenza diventa una promessa d'amore eterno quando, ancora bambini, vengono uniti in un improbabile matrimonio da Loris (Luca Zingaretti) un paffuto chierichetto davanti ad una sparuta adunata di compagni. Lo scambio di anelli (di gomma) sancisce il momento. Una promessa, seppur un gioco. Poi il crescere, l'allontanamento dal piccolo paese di campagna (che resterà comunque il nido a cui tornare per ogni necessità), la seconda guerra mondiale, il mondo con cui stabiliranno nuovi legami, li porterà a perdersi, poco alla volta. Di tutto questo, un tenero ricordo e la fede di gomma al dito.   Questo è un film per chi vuole sognare, per chi lo sa ancora fare. Per chi nel sentimento puro ed eterno ci crede, lo cerca, lo insegue. E il regista Ambrogio Lo Giudice esordiente al suo primo lavoro cinematografico lo esprime con tutta la commozione che una favola richiede. Senza mai scadere nel patetico e senza peccare di superbia, la storia viene diretta con gran semplicità. Il film segue uno schema degli eventi che rispecchia la trama dell'epica più tradizionale. Raffigura un sentimento diviso in due corpi e condiviso parimenti da due amiche. Puro e istintivo.   La discutibile scelta del cast artistico trova un felice riscontro nell'ottima interpretazione di Luca Zingaretti, bravo nel ruolo del prete di campagna, anello di congiunzione tra i due innamorati. Deliziosa la scena del matrimonio tra bambini. Tra l'altro volendo introdurre una nota di regia le scene dei protagonisti-da-piccoli sono girate sempre dagli stessi bambini. Infatti, le riprese sono state interrotte, per vari motivi, e continuate a sei anni di distanza. Un occhio di riguardo va alla fotografia, che lascia intravedere la bellezza dell'Emilia, dove il film è stato girato (omaggio del regista alla sua terra natia). E attenzione alla colonna sonora, composta da Lucio Dalla.   Un film leggero, ma che sa scavare nel fondo dell'animo umano. Esaltazione e rappresentazione di un sentimento puro e lontano da condizioni esterne. Dedicato a chi cerca l'amore eterno...