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Phoenix e la Whiterspoon come Cash e Carter

Il biopic su Johnny Cash firmato James Mangold regala l'occasione per saggiare il talento di due interpreti meritevoli d'attenzione già da tempo: Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon

Walk the line

12.04.2007 - Autore: Giuliano Tomassacci
La vera grande sorpresa di Walk The Line-Quando l’Amore Brucia l’Anima è il suo cast. Proprio mentre da Berlino arrivano gli applausi a Meryl Streep per le sue esibizioni canore nell’altmaniano A Prairie Home Companion, il biopic su Johnny Cash firmato James Mangold regala l’occasione per saggiare il talento di due interpreti meritevoli d’attenzione già da tempo: Joaquin Phoenix e Reese Witherspoon. Che non solo si calano con soddisfacente aderenza nei panni di Cash e della compagna June Carter, ma mettono alla prova anche le proprie voci, cantando personalmente il nutrito repertorio dei due artisti country. Un dura prova.

Johnny Cash, infatti – il padre discografico del rock-country – ha talmente influito sulla definizione sonora del genere da aver dato vita, negli anni, ad una serie di emuli, più o meno noti, che poco hanno da invidiare a quelli di Elvis. La sua voce, che nella ruvidità portava l’esperienza di una vita on the road e nella commista pienezza timbrica la grande competenza blues, non si presta certo con grande facilità all’emulazione. Doppia sfida dunque per Phoenix: vestire con competenza i panni di una leggenda e prodursi in un’interpretazione vocale che non squalificasse la rielaborazione artistica attraverso l’imitazione pedante. Sui risultati della prima testimonia il film, su quelli della seconda una colonna sonora che non passa inosservata.

Il cd Win-up raccoglie i migliori successi cashiani in versione Phoenix, tracciando anche un ipotetico memorandum dell’importante carriera del country-man statunitense. “Get Rhythm”, “I Walk The Line”, “Ring of Fire”, “Cry, Cry, Cry”, “Folsom Prison Blues”, “Home Of The Blues”, “Cocaine Blues”. I cavalli di battaglia di Cash si succedono in un accrescersi di grande nostalgia musicale; l’attore americano dà il meglio di se, scurendo la sua voce già più che affine. Dove la mimesi dell’interprete non può arrivare – per differente conformazione fisica – sopraggiunge il giusto chiarimento d’intenti dello stesso, che in alcuni estratti dalle note di copertina di David Wild ricorda i primi incontri con Mangold e la premura del regista nello specificare di non volere “un imitatore di Johnny Cash”, ma di voler “trovare l’uomo che ha dato vita a questa musica”.  Plauso dunque anche a Mangold, che muovendosi diversamente dall’Hackford di Ray (fresco di due Grammy per la miglior colonna sonora) favorisce al giovane protagonista una prova d’attore davvero convincete.

La Witherspoon non è da meno: il disco le rende atto con due successi della Carter, “Wildwood Flower” e “Juke Box Blues”, e altrettanti duetti con il compagno (“It Ain’t Me Babe”, “Jackson”) – ulteriore e definitiva attestazione del riuscito cimento dei due attori. Un’operazione che, va aggiunto, sarebbe probabilmente risultata difficile senza il fattivo contributo del consulente musicale e produttore esecutivo del soundtrack, quel T Bone Burnett tanto caro ai fratelli Coen, che qui ha provveduto alla ricostruzione accurata degli arrangiamenti e all’esercitazione canora degli interpreti.

Annoverando anche brani estranei al repertorio Cash/Phoenix come “Lewis Boogie” (Waylon Malloy Payne), “That’s All Right” (Tyler Hilton) e “I’m A Long Way From Home” (Shooter Jennings), questo “Original Cast Recording” non delude né come soundtrack né come ennesimo cover-album di un’icona indiscutibile.

AA.VV.
Walk The Line
Wind-up/Sony-Bmg Entertainment 82876 772132

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