Per fare un albero...

Il pantano amministrativo legato alla gestione di un lotto abbandonato in Indiana è la scintilla che accende Parks and Recreation, serie saltata fuori dal riciclo di materiale destinato a comporre lo spin off del fortunato The Office USA e trasformata in un piccolo miracolo narrativo che partendo dalle retrovie ha marciato con passo olimpico e solenne verso la vetta delle migliori comedy degli ultimi anni correggendo la rotta e raffinando sulla via il suo incedere.

Mentre ve ne parliamo, in America (canale NBC) va in onda la quarta stagione, in Italia debutta la prima (canale Joi). Sospendendo facili battute sul sonno profondo che colpisce i nostri palinsesti, preferiamo investire le energie nel raccomandare la visione di questo spettacolo che con intelligenza, ironia e umanità riesce a portare in superficie quel sommerso grigio che ruota intorno ad un’amministrazione comunale in cui l’eroica Leslie Knope, vice direttrice del Parks and Recreation Department, divisione a cui fa capo la manutenzione dei parchi pubblici, lavora con inspiegabile entusiasmo e tenace idealismo.

Al mockumentary, con cui ormai il pubblico ha familiarità grazie a The Office e Modern Family, si accompagna il gusto per il paradosso comico che porta dritto alla follia di un’interpretazione spontanea, continuamente spinta al limite delle inibizioni, a cui fa da sponda la rapidità di una scrittura fantasma capace di cogliere i dettagli con mira micidiale e inabissarsi subito dopo per sparire ai radar. Recitazione e sceneggiatura, in Parks and Recreation, sono affidati rispettivamente a un cast capitanato dalla formidabile Amy Poehler (Saturday Night Live) e alle stesse penne che hanno dato vita a The Office. Una garanzia di qualità che si rivela subito ma ingrana a pieno regime a partire dalla seconda stagione dove spicca un salto impressionante.

L’occasione di riparare alle lacune e vedere Parks and Recreation la offre Joi (Mediaset Premium) che la trasmette il venerdì alle 22:10. E sarebbe da non perdere.