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Per chi ha visto il film

Alcune riflessioni a margine della storia portata sul grande schermo da Peter Mullan.

magdalene

09.09.2002 - Autore: Luca Muscarà
Nell\'amarezza che resta allo spettatore dopo il film c\'è dunque spazio per chiedersi il perché di tali degenerazioni che arrivano a negare l\'umanità stessa si debbano periodicamente manifestare e quale soluzione possa essere data a questo problema che nessuna fuga individuale potrà mai riscattare completamente. La riflessione centrale verte quindi sulle perversioni della natura umana e della società stessa. Ad essere rappresentati sono veramente i sentimenti umani in condizioni di isolamento estremo: il sadismo delle istitutrici e l\'odio celato delle ragazze per le proprie aguzzine, la solidarietà nel destino tragico ma anche la conflittualità inevitabile tra recluse. L\'inquietante conformismo per riuscire a sopravvivere, che assume gradi sempre maggiori man mano il tempo passa che coinvolge tutte. E la perversa alleanza, quasi una \"sindrome di Stoccolma\", che si realizza all\'interno, tra religiose \"carnefici\" e ragazze vittime. Alla fine, sul piano umano, sono tutte sorelle, ugualmente vittime, certamente in posizioni e con responsabilità diverse, della paura e dell\'ignoranza, dell\'isolamento incarnato da istituzioni che ingoiano chi le abita.   Nel portare l\'attenzione sullo specifico dramma realizzatosi in Irlanda nella seconda metà del Novecento \"The Magdalene Sisters\" non è dunque solo un film-denuncia che evoca i temi del conflitto tra libertà individuale e morale collettiva, tra indipendenza di pensiero e conformismo sociale, e lo scarto tra la velocità del cambiamento che investe le comunità umane e l\'incapacità di gestirlo delle istituzioni sociali, in un\'epoca in cui l\'accelerazione è sempre più elevata.   Tutto ciò è vero, ma cela il tema più esplicito che risulta anche il più invisibile di tutto il film. Come gestire socialmente e individualmente l\'errore? Perché a prescindere dal fatto che gli \"errori\" per i quali le ragazze sono moralmente e fisicamente sottoposte a torture appaiano oggi ridicoli e anacronistici, il fatto che un individuo possa sbagliare, rendersi conto di aver sbagliato e possa tentare di rimediare individualmente rimane un fatto legittimo. Così come è altrettanto legittimo che quando l\'errore porti delle conseguenze dirette sugli altri, la società umana tenti di darvi una risposta collettiva sia sul piano morale che su quello materiale. Il film apre dunque alla riflessione sul modo in cui una società pensa l\'errore attraverso la sua punizione o il suo perdono, che è come dire in che modo essa pensa se stessa e il mondo.  
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