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Pearl Harbor, New York.

Manca un quarto d'ora alle 9.00 del mattino, ora locale a New York. Abbiamo ancora di fronte le interminabili immagini dello scoppio dei velivoli contro le due torri gemelle del World Trade Center, simbolo del potere economico e finanziario americano. E' l'inizio della fine.

La regia televisiva del Terrore

14.03.2003 - Autore: Francesca Camerino
Manca un quarto dora alle 9.00 del mattino, ora locale a New York. Abbiamo ancora di fronte le interminabili immagini dello scoppio dei velivoli contro le due torri gemelle del World Trade Center, simbolo del potere economico e finanziario americano. E linizio della fine. Sembra un fantathriller hollywoodiano. Invece è pura realtà. Non sono passate ancora 24 ore e New York lotta contro la tragedia e le macerie. Per ora i morti accertati sono 1400 ma si conta che saranno migliaia. Si contano i cadaveri mentre la diretta della CNN indugia su ciò che è rimasto, appaiono i primi elenchi dei deceduti. Lì erano le 8.45, qui in Italia, le 14.45. Siamo tutti di fronte alla CNN che manda in onda le immagini dellattentato al cuore della civiltà occidentale. Un Boeing 767 colpisce con la punta una torre gemella. Il mondo è choccato di fronte a tale orrore. Non si comprende immediatamente la causa del disastro su di un aereo di linea di tali dimensioni. Come può essere accaduto che il sistema di controllo aereo civile abbia fatto cilecca? Il network americano continua a ripetere la scena dellesplosione. CNN, MSNBC, FOX NEWS, NY ONE sono tutte lì con i loro riflettori a riprendere frame dopo frame la tragedia. Il terrore va in onda \"live\" ai quattro angoli del pianeta. Ma non è finita. Appena 18 minuti dopo un\'altra esplosione. E un secondo aereo, un Boeing 757, che colpisce in pieno la seconda torre. Uno dei due grattacieli crolla, accartocciandosi su se stesso. 30 minuti dopo crolla anche laltra sotto lo sguardo sbigottito della comunità internazionale. Ora è certo, è chiaro che siamo di fronte ad atti di terrorismo. Davanti alle immagini attendiamo delle rivendicazioni che non arriveranno mai. Al contrario giungono notizie dai principali leader islamici e arabi che affermano di non essere stati loro. Sembra non esserci alcuna traccia anche perché il piano non prevedeva superstiti. Intanto le immagini dilagano attraverso lo schermo e operatori amatoriali riprendono la scena del disastro, prima, dopo, durante. Le immagini della tv americana sono inequivocabili. Il presidente George W. Bush, che si trovava in Florida, rilascia subito una dichiarazione nella quale parla di \'\'attacco terroristico\'\' e mentre a Manhattan viene isolata dal resto del mondo con il blocco di tutti gli accessi all\'isola, arriva la notizia di un terzo velivolo dirottato che si é schiantato contro la sede del Ministero della Difesa a Washinghton. Questa volta è il Pentagono ad essere colpito. Subito si organizzano le azioni per far allontanare il Presidente che compie il suo giro per ragioni di sicurezza, fino al momento in cui dopo ore di viaggio nei cieli americani ritornerà sul verde prato della Casa Bianca determinato a dare la caccia e a colpire i colpevoli. In tv si parallelamente alla cronaca in diretta cominciano le analisi, le prime ricostruzione di un evento che fin da subito si sa verrà paragonato a Perl Harbour. La prima tv in Italia è stata la tv del Sole24ore. Il primo a mandare la diretta ed efficiente nellorganizzarla è il TG4 di Emilio Fede. Il TG4 durante la cronaca televisiva del disastro americano raggiunge un ascolto medio di un milione e 500 mila spettatori, toccando l\'11% di share. Intanto dallaltra parte del video Mentana e il suo Tg5, partiti all\'inseguimento, raggiungono un risultato dascolto di 4 milioni e 372mila telespettatori, pari al 23% di share. In tv si parla di fanatismo religioso, di terrorismo islamico, di Osama Bin Laden (la pista è indicata da intercettazioni telefoniche e testimonianze) per molti la mente organizzatrice del misfatto. RaiUno ha tenuto testa allarduo compito di coprire il dramma di New York e Washinghton con ledizione speciale del Tg seguita da una edizione ben organizzata di Porta a porta. Bruno Vespa e il TG1 raggiungono i 9 milioni 400 mila spettatori nel prime time, con una media di ascolto di 8 milioni 200 mila per tutto il programma e con picchi di 13 milioni di spettatori intorno alle nove e mezza. Massima attenzione del pubblico da casa quando parla il politologo Edward Luttwak, esperto di politica internazionale e consigliere alla Casa Bianca che afferma ripetutamente, tutti dicono di essere contro il terrorismo, non lo mettono in atto ma lo tollerano. I servizi segreti colti di sorpresa cercano di capire cosa possa essere successo, per quale motivo sia stato possibile organizzare un attentato di tale portata frutto di lunghi preparativi e addestramento senza che alcuno si rendesse conto di cosa stesse accadendo. Tutto il mondo occidentale si chiede quale sarà lesito della faccenda e si stringe attorno al popolo americano mentre, superate le 24 ore, Bush comunica alla Nazione che considera tali azioni,atti di guerra. Una dichiarazione che viene resa naturalmente \"live\", davanti a miliardi di telespettatori incollati al teleschermo sparsi ai quattro angoli del pianeta.                            
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