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Paycheck

Dal regista di "Face/Off" e "Mission: Impossibile 2", liberamente ispirato ad un racconto di Philip K. Dick, un futuristico action-movie bizzarro e divertente.

Paycheck

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Id., Usa, 2003 Di John Woo; con Ben Affleck, Aaron Eckhart, Uma Thurman, Paul Giamatti, Joe Morton.   Michael Jennings (Ben Affleck) è un genio dell'elettronica che lavora in segreto per le più grandi compagnie, per cui elabora sistemi sempre più avanzati smontando e migliorando prodotti già esistenti; dopo ogni lavoro però a Michael viene cancellata la memoria del suo operato, in modo da evitare che possa rivelare cosa ha creato. Quando il suo amico Jimmy Rethrick (Aaron Eckhart) gli propone un compenso miliardario in cambio di un lavoro di tre anni di cui alla fine non ricorderà nulla, Michael accetta seppur riluttante. Finito il suo misterioso compito però il giovane si ritrova soltanto con una busta piena di oggetti per lui insignificanti, e per di più braccato dall' F.B.I. Con quei pochi oggetti e con l'aiuto della dottoressa Rachel Porter (Uma Thurman), Jennings dovrà riuscire a risolvere il mistero del suo precedente incarico e soprattutto scoprire chi lo ha incastrato.   Liberamente ispirato ad un racconto di Philip K. Dick, ormai diventato per il cinema un autore di culto (da lui vengono capolavori come "Balde runner", id., 1982, e "Minority report" id., 2002), questa ultima fatica del maestro dell'action-movie John Woo si presenta come un lungometraggio bizzarro eppure assolutamente divertente. Più che la trama non troppo originale e l'ambientazione futuristico-chic, a sorprenderci è stata la disinvoltura con cui l'autore di "Face/Off" (id., 1997) e "Windtalkers" (id., 2002) ha costruito un film elegantemente retrò, soavemente leggero nel rifarsi alle atmosfere dei più riusciti capolavori del maestro, Alfred Hitchcock. Dichiarato omaggio ai film dell'autore inglese, soprattutto quelli interpretati da Cary Grant, "Paycheck" possiede però anche il talento di Woo, tutto contemporaneo, nel mettere in scena l'azione; ecco perciò che nella pellicola si fondono con stupefacente ironia due anime, due diverse epoche di cinema, ed il risultato finale è un qualcosa di delizioso per gli occhi e stimolante per chi possiede un anche minimo gusto cinefilo. John Woo, che proprio all'ultimo moneto ha rimpiazzato Brett Ratner alla regia di questo lungometraggio, ha diretto il film con la grazia delle sue opere più riuscite, concedendosi in più tocchi di leggerezza e raffinatezza altrove inusitati. Certo, "Paycheck" non è un capolavoro post-moderno come lo sono stati "Face/Off" o "Mission: Impossibile 2" (id., 2000), ma in sostanza a nostro avviso non vuole esserlo: il lungometraggio sembra infatti voler essere un "divertissement" del suo creatore, un piccolo gioiellino da esibire con gusto e notevole senso estetico del cinema. Se ad aiutare Woo fossero intervenuti anche gli attori (a parte Eckhart, Affleck e la Thurman sembrano imbalsamati), probabilmente ne sarebbe venuta fuori un'opera da ricordare negli anni. Eppure questo film, indubbiamente più "piccolo" e nato quasi per caso, ci ha consegnato ancora una volta la maestria e la lucidità creativa di uno dei più grandi cineasti contemporanei.  
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