Parlare di serie è improprio per Hemlock Grove, della Gaumont International, sotto i riflettori per esser stata ‘trasmessa’ tutta insieme su Netflix, società di riferimento nello streaming online on demand che ha partecipato alla produzione della stessa.
Il fatto di aver rilasciato in contemporanea e in rete i tredici episodi della prima stagione, congiuntamente al fatto che il Produttore Esecutivo Eli Roth si fosse prestato a dirigerne l’iniziale “Jellyfish in the Sky” ha attirato grande attenzione sulla trasposizione del libro di Brian McGreevy pubblicato circa un anno fa e che già promette (almeno un paio di) seguiti.
Un moto compensatorio, forse, quello che prolungherà una serie nota per non aver seguito le usuali regole televisive. Un modo, probabilmente, per allungarne la vita e tenere viva l’attenzione, anche quando l’effetto Roth sarà svanito.
Già – a vedere il suddetto Pilot – una presenza non troppo marcata, considerando la sua subordinazione alle necessità promozionali e di realizzazione per il piccolo schermo, nella storia dell’omicidio della giovane Brooke Bluebell intorno al quale ruotano le vicende di Godfrey e Rumancek, entrambe famiglie con più di un segreto e dai rampolli ‘stranamente dotati’.
Tra licantropi e soprannaturalità varie, va detto che Famke Janssen fa sempre di più la sua figura, e che la somiglianza di Bill Skarsgård con un giovane Steve Buscemi lo rende affascinante anche da muto.
Il red band trailer di Hemlock Grove
Forse per questo molti critici han guardato con benevolenza alla serie, da altri accusata di sviluppo lento e diseguale, seppur di un certo stile ed atmosfera. Non sarà certo il nuovo Twin Peaks, ma nemmeno un altro Twilight (al quale si ammicca in maniera fastidiosa, nonostante una evidente facile ironia) questo Hemlock Grove, sul quale lo stesso McGreevy ha sentito il bisogno di intervenire per compensare delle insoddisfazioni proprie – relative alle location e ad alcune scelte condizionate dal budget – e per incuriosire, a costo di rischi di spoiler, il pubblico televisivo con un elenco di sei possibili elementi che dovremmo aspettarci dalla serie.
Eccoli:
1) Un paio di deviazioni notevoli dal romanzo, inevitabili in una riduzione che richiede “una buona dose di invenzione”.
2) Un lento svelarsi di elementi secondari rispetto allo svolgimento.
3) Sorprese da parte di Olivia, la matriarca di casa Godfrey interpretata dalla Janssen; soprattutto relativamente a scheletri negli armadi e alle ragioni alla base del suo aver spaccato il fronte societario e familiare dei Godfreys.
4) Una evoluzione nel personaggio di Shelley, in parte limitato dal budget per gli effetti speciali (“ma qui è dove entrano in gioco Eli Roth e la sua creatività”).
5) Una apertura verso prossime ulteriori stagioni, seppure “tutto del libro sia stato usato nella prima” per “strutturarla come a sé stante e lasciare il pubblico soddisfatto”.
6) La possibilità di esplorare le future linee narrative che riguardino i due giovani, Roman e Peter, “lasciati in un momento decisivo della loro vita”.
NOTIZIE
Parte Hemlock Grove, i consigli dell'autore
Tra omicidi misteriosi, poteri soprannaturali e licantropi, Brian McGreevy spiega come la serie tv targata Eli 'Hostel' Roth sia diversa dal proprio libro...
24.04.2013 - Autore: Mattia Pasquini