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Parole d'amore

Saul ha una meravigliosa moglie, due figli adorabili ed un lavoro che lo impegna a tempo pieno. Ma la sua passione etica e religiosa lo porta a non accorgersi delle inquietudini che affliggono i componenti della sua famiglia...In sala dal 23 dicembre

Bee Season

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Bee Season, Usa, 2005
Di Scott McGehee e David Siegel
con Richard Gere, Juliette Binoche, Flora Cross, Max Minghella, Kate Bosworth


Dalla vita difficilmente Saul (Richard Gere) potrebbe chiedere di più: ha una meravigliosa moglie, due figli adorabili ed un lavoro che lo impegna a tempo pieno: in un’università insegna infatti lo studio delle antiche scritture ebraiche. La passione etica e religiosa dell’uomo lo porta a non accorgersi delle inquietudini degli altri componenti della sua famiglia: la moglie Miriam (Juliette Binoche) è costantemente rosa da uno stato di ansia e confusione che la portano a compiere strani genti; il figlio maggiore, Aaron (Max Minghella) reagisce all’attaccamento del padre alla propria religione con la ricerca di significato in altre filosofie; la più piccolina Eliza (Flora Cross) scopre invece di essere bravissima nelle gare scolastiche di spelling, e quando iniziai a vincere tutte le competizioni inizia anche a riscuotere l’attenzione del padre: e se questa capacità fosse un dono particolare, quello cioè di trovare, attraverso la scoperta dell’essenza delle parole, la strada verso Dio?

Melodramma che tenta di mescolare tematiche familiari con un misticismo di fondo di più ampio ed 'importante' respiro, questo “Parole d’amore” si dimostra fin dalle primissime scene un film che non riesce a trovare una precisa identità tematica: il fulcro della vicenda si rivela talmente etereo che per un’ora abbondante di proiezione ci si chiede di cosa in realtà la pellicola tratti, e quando si inizia a sospettarlo ci si accorge subito che la scoperta non può assolutamente compensare la noia ed il senso di confusione che l’hanno preceduta.

Lo script della pur valevole Naomi Foner Gyllenhal –sua la bellissima sceneggiatura originale dello struggente “Vivere in fuga” (Running on Empty, 1988) di Sidney Lumet – si barcamena inutilmente alla ricerca di una struttura drammatica portante, spostando continuamente l’attenzione sui vari personaggi; dal canto loro, le star chiamate ad interpretare questo curioso miscuglio si rivelano del tutto inadeguate: Richard Gere non ha le capacità necessarie per esternare le ambiguità del proprio personaggio, mentre la Binoche sembra vagare per tutto il film senza sapere esattamente cosa fare (ma come biasimarla per questo?). La regia di Scott McGehee e David Siegel costruisce poi una sequenza di storpiature visive piuttosto sconfortanti: l’uso di effetti speciali dozzinali rende involontariamente comiche le scene che invece avrebbero dovuto essere più emozionanti.

Tratto dal romanzo “La stagione delle api” di Myla Goldberg, questo strampalato “Parole d’amore” tenta di trovare un’adeguata collocazione natalizia sfruttando l’aura di misticismo che in teoria avrebbe dovuto contenere: il risultato dell’operazione è pessimo, stiamo a vedere adesso quello del botteghino italiano (in America non l’ha visto praticamente nessuno…).