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Parlano i fratelli Taviani
I fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno firmato alcune delle pagine più belle e importanti della storia del cinema italiano; ora "debuttano" nella fiction televisiva con "Resurrezione" di Tolstoj.

14.01.2002 - Autore: Adele De Gennaro
I fratelli Paolo e Vittorio Taviani hanno firmato alcune delle pagine più belle e importanti della storia del cinema italiano, da Padre padrone, Palma doro a Cannes nel 1976, a Il prato, da La notte di San Lorenzo a Kaos, da Good morning Babilonia a Il sole anche di notte, fino ai più recenti Le affinità elettive e Tu ridi. E ora, dopo aver portato sullo schermo Goethe e Pirandello, i fratelli Taviani debuttano nella fiction televisiva con Resurrezione di Tolstoj. Nessun incidente di percorso, sia chiaro: per raccontare i grandi romanzi del passato, la Tv può essere più efficace del cinema e i Taviani hanno già in cantiere una nuova fiction in due parti per Raiuno: Luisa di San Felice di Alexandre Dumas.
Tra tutti i romanzi di Tolstoj perché la vostra scelta è caduta su Resurrezione?
V.T.: E una straordinaria storia damore dove la protagonista è una giovane sedotta e abbandonata, un personaggio frequente in letteratura e cinema. Una ragazza orfana e innocente che si innamora di un giovane principe e poi, diventata prostituta, è addirittura accusata di aver avvelenato un cliente, il tutto inquadrato nella storia di Mosca a fine 800, dove stanno nascendo i grandi movimenti rivoluzionari. Cè di tutto, lamore, la storia, i grandi valori.
Per i vostri film vi ispirate spesso alla letteratura. Cè un motivo alla base?
V.T.: \"Noi prendiamo le storie da dove vengono. Il grande regista russo Eizenstein diceva che non era importante da dove nascevano i suoi film: Posso prendere le storie dalla mia vita, dai giornali, dai miei ricordi, ricordi, da un grande romanzo diceva, limportante è poi come proietto tutto questo nella storia che voglio raccontare. Ecco, anche per noi è così\".
Dopo averla diretta, come definireste oggi Stefania Rocca?
V.T.: \"Stefania è veramente un animale che puoi amare e allo stesso tempo può farti paura. Credo che sia questa la sua forza, perché è capace di offrirti dolcezza e subito dopo asprezza, ed è da questo incontro che nasce il mistero di questa attrice\".
P.T.: \"E stata unattrice molto generosa, si è fatta imbruttire, deturpare e, con tutto il volto tumefatto, aveva un tale sguardo che sembrava ancora più bella. Anche Timothy Peach ha una luce intensa negli occhi e non è un caso che nellultima parte del film diventi ancora più intensa, così come Stefania torna più bella di quando era una ragazzina. Anche Antonella Ponziani è stata bravissima: è stata lei a suggerirci che Vera era segretamente innamorata del principe, una sfumatura che ci è piaciuta moltissimo\".
Quali sono state le difficoltà nel casting?
V.T.: \"Dopo aver scelto gli altri attori italiani, da Antonella Ponziani a Giulio Scarpati, siamo andati in giro per il mondo alla ricerca degli altri interpreti. Una ricerca lunga, incredibile, anche snervante (penso alla Germania), tanto che un giorno abbiamo detto alla nostra coproduttrice Grazia Volpi rinunciamo, in Germania non riusciamo a trovare un attore. Un giorno, poi, ci è arrivata una cassetta da Monaco e abbiamo visto Timothy Peach: ci ha convinti subito e labbiamo subito fatto venire. Dopo, andando in giro in Russia e nelle repubbliche ceca e slovacca, abbiamo trovato questi meravigliosi attori che fanno tantissimo teatro e pochissimo cinema e che, pur di lavorare nel cinema, sono pronti a sacrificarsi anche per una piccola parte. Lattore che in Resurrezione interpreta un ruolo minimo il capo delle carceri di Mosca e di San Pietroburgo era lAmleto del maggiore teatro di Praga: ogni sera prendeva il treno da Praga e ci raggiungeva in posti lontanissimi\".