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Paris, Je t'Aime

Presentato fuori concorso uno dei film più attesi della kermesse, l'opera collettiva di una serie di registi che hanno tributato il loro amore per Parigi: da i Coen a Gerard Depardieu, da Gus Van Sant ad Alfonso Cuaron

Paris je t'aime

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Presentato fuori concorso uno dei film più attesi della kermesse, l’opera collettiva di una serie di registi che hanno tributato il loro amore per Parigi, una delle città che maggiormente hanno influenzato l’immaginario cinematografico; cineasti di ogni parte del mondo alle prese ognuno con un corto di 5 minuti, ambientato in un diverso quartiere della capitale francese.

Come ogni opera collettiva, “Paris, Je t’Aime” soffre un po’ della sua endemica eterogeneità, proponendo episodi di grande spasso ad altri molto meno riusciti; tra le ovvie conferme, su tutti spicca il frammento dei fratelli Coen, che giocando come sempre con i generi propongono una commedia nera completamente ambientata dentro una fermata della mitica metro parigina. Uno spaesato turista americano, interpretato da un grandioso Steve Buscami, subisce in pochi minuti tutto lo shock ed il disagio del fraintendimento culturale esistente tra francesi e “yankees”; piccolo gioiello di humour nero mescolato ai toni surreali più propri della poetica dei Coen, il cortometraggio è una continua trovata sia a livello di messa in scena che di sceneggiatura, la quale sfrutta la meglio la reiterazione delle gags – leit motiv che sapeva essere sfruttato al meglio soprattutto dai grandi comici della storia del cinema americano.

Altro piccolo gioiello di comicità, questa volta però molto più acida ed amara, è il frammento diretto da Alexander Payne, sapiente tratteggiatore di animi umani alle prese con la propria desolazione esistenziale: ancora una volta Payne si dimostra un cineasta di rara e graffiante ironia, capace come pochi di lavorare su testo e regia per ribaltarne poi tutti gli stilemi.

Tra gli altri corti in grado di accattivarsi l’attenzione degli spettatori c’è anche quello ambientato nel Quartiere Latino, diretto da Gerard Depardieu ed interpretato da due icone del cinema come Ben Gazzara e soprattutto la straordinaria Gena Rowlands, ancora capace di emozionare con un solo sguardo. A lei  il nostro meritato e commosso inchino. Segnaliamo infine una gustosa  e romantica escursione nell’horror effettuata dal canadese Vincenzo Natali, che re-interpreta la vampire-story grazie anche allo sguardo trasognato di Elijah Wood.

Sforzo collettivo di enorme fascino e richiamo, visti i numerosi cineasti e le altrettanto numerose star della cinematografia internazionale che vi hanno preso parte, “Paris, Je t’Aime” alla fine, pur nel disequilibrio presente nella riuscita dei vari episodi, si propone comunque come opera in sé molto gustosa, soavemente leggera ed insieme sinceramente affettuosa nei confronti sia della “città dell’amore” che soprattutto verso tutto quel cinema che l’ha osannata.