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Pagot e i suoi tigrotti

Cartoni.it ha intervistato Marco Pagot, regista dei primi 26 episodi dell'omonimo cartone animato, ma sopratutto ideatore, insieme alla sorella, di tutti i personaggi della serie.

Sandokan, la tigre della malesia

19.05.2009 - Autore: Francesca Romana Avesani
Cartoni.it ha intervistato Marco Pagot, regista dei primi 26 episodi dellomonimo cartone animato, ma sopratutto ideatore, insieme alla sorella, di tutti i personaggi della serie. Insomma, il papà di Sandokan, Marian, Yanez e di tutti gli altri personaggi di questo cartoon di successo.   Ci saranno delle novità rispetto alla serie precedente in questi 26 nuovi episodi?   Marco Pagot: La nuova serie è una continuazione della precedente. Oltre a nuove avventure, ci saranno nuovi personaggi e nuovi cattivi. Anche lambientazione è differente, ci si sposta verso il continente piuttosto che sullisola di Mompracem. Cè una parte sullIndia importante che oltretutto mi ha molto divertito realizzare da un punto di vista scenografico.\"   Sono state complesse le ricerche che ha dovuto effettuare?   M.P.: Sì, ed è proprio questo che ha reso la parte dellambientazione così stimolante. Le tavole sul Tempio della Dea Kalì ad esempio hanno richiesto studi e approfondimenti.   Vi siete ispirati al romanzo di Emilio Salgari. Avete inserito nuovi elementi?   M.P.: Era necessario farlo per poter narrare tutta una serie di nuove avventure e per venire incontro alle esigenze del pubblico giovane. La violenza letta è una cosa, quella mostrata con le immagini è spesso molto più forte. A volte è necessario intervenire e togliere qualcosa tipica della brutalità dei racconti.   Qual è il pubblico di Sandokan?   M.P.: I ragazzi tra gli 8 e i 12 anni. Ma non solo: anche ragazzi più grandi seguono le vicende del cartone. E\' una serie che ha le caratteristiche per piacere ad entrambi i sessi. Ci sarà senza dubbio una maggioranza di pubblico maschile a causa del tipo di storia narrata, ma anche le femminucce si lasceranno incantare.   Il character design è stato molto complesso?   M.P.: Sì, abbastanza. Nella prima serie il problema è stato la creazione dei personaggi. Il mio Sandokan era un ragazzo più adulto, mentre la RAI lo voleva più giovane. Dopo qualche seduta abbiamo raggiunto un buon compromesso, lo abbiamo ringiovanito, ma non abbiamo abbassato troppo letà, scelta che avrei ritenuto assai sbagliata.   La realizzazione dei costumi?   M.P.: Per mia fortuna mi hanno lasciato molta libertà, quindi mi sono sbizzarrito un bel po. Pur avendo effettuato molte ricerche per gli abiti, le uniformi, le casacche, insomma per labbigliamento in genere ho potuto usare anche molta della mia fantasia.   Quanto avete impiegato a realizzare la prima serie?   M.P.: La ricerca dei personaggi è sempre lunga e complessa, anche perché equivale alla ricerca di uno stile grafico. Dopo la realizzazione dei singoli personaggi è tutto più semplice e veloce.   I personaggi sono giovani?   M.P.: Sì sono tutti giovani fra i sedici e i ventanni come aspetto fisico. Rispetto ai trentenni da me immaginati hanno subito delle modifiche. Per esempio Yanez inizialmente aveva i baffi che poi sono stati tolti a favore di unimmagine più semplice. Cambiamenti che hanno anche riflettuto la parte caratteriale.   Il personaggio al quale è più affezionato?   M.P.: A costo di sembrar banale dirò Sandokan. E il personaggio più completo. Ha un lato da grande eroe e poi ha aspetti molto più infantili per esempio nelle situazioni amorose.   La persona della sua infanzia alla quale è più affezionato?   M.P.: Sono molto legato a mio padre e a mio zio: Calimero.   Progetti per il futuro?   M.P.: Stiamo lavorando con Mondo TV a unaltra serie: I Gladiatori. Stiamo ultimando in questi giorni i personaggi. Anche quella sarà una serie complessa e ricca. Insieme a mia sorella, ho invece terminato la serie Carnaby Street per Canale 5\".
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