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Oltre i limiti dei format televisivi

A Parigi nella splendida cornice high-tech del Georges Pompidou si è aperta la 29/a edizione del Festival Internazionale dei films documentari

Cinéma du Réel

12.04.2007 - Autore: Sabrina Pennacchietti
    La manifestazione propone un impressionante varietà di films e temi: la mondializzazione (Aus der Zeit -Fuori dal tempo- di Harald Friedl), gli orrori della guerra (Aki Ra’s Boys di Lynn Lee e James Leong), il dramma ecologico del Niger (Un Fleuve Humain di Sylvain L’Espérance), l’handicap ( Rendez-vous di Marcin Janos Krawczyk), l’emarginazione (Stella di Vanina Vignal).

Un viaggio per immagini in compagnia di autori lontani per lingua, posizione geografica e cultura, ma legati dall’ostinata e meticolosa preoccupazione di raccontare una storia (un ambiente, un luogo, una persona) del proprio paese, della propria regione.

Una corrispondenza autore – luogo, poche  le eccezioni, caratterizzata dal frequente ricorso all’autoproduzione, come per Un racconto cominciato di Felice D’Agostino e Arturo Lavorato, narrazione a un tempo realistica e poetica del quotidiano di Nicotera Marina, piccolissimo paesino della costa calabrese.   

Il festival, dunque, è deciso a sostenere le strutture produttive più fragili e  a promuovere i films documentari che non hanno timore di sfidare le rigide linee editoriali imposte dai broadcasters, <ho rifiutato molte pellicole in cui niente eccedeva, concepite ovviamente per rientrare in un preciso format televisivo>, dichiara la direttrice artistica Marie-Pierre Duhamel-Muller.

Tuttavia, vista la lontananza delle posizioni e degli obiettivi tra le televisioni del digitale satellitare e i produttoriautori, non può mancare un’apertura responsabile, e con lo splendido ABC Colombia di Enrica Colusso, le Cinèma du réel sembra quasi voler indicare modi e forme su come poter conciliare creatività, intelligenza critica e mercato.  

La retrospettiva dedicata al cinema tedesco dagli anni ’60 ai nostri giorni, contribuisce ad  alimentare il confronto, con l’ampio spazio dedicato  all’opera dei cineasti Alexander Kluge, Peter Nestle e Romuald Karmakar, dalla poetica filmica radicale e in conflitto più o meno latente con le istituzioni della produzione e distribuzione del cinema inteso come industria.

Un nome per tutti per questa edizione, gli Ateliers Varan, il più importante centro di formazione per il documentario presente con due opere vietnamite, il bellissimo Giac mo la cong nhan (Sogni d’operaie) di Phuong Thao Tran e Kien di Dao Thanh Tung.

Per saperne di più  sul Cinéma du réel www.cinereel.org
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