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Nico D'Alessandria regista indipendente

Principe del cinema indipendente italiano, Nico D'Alessandria è scomparso il 22 dicembre. Roma ne ripercorre l'opera. Un percorso coerente in cui la purezza del tocco è capace di imprimere sulla pellicola l'ambiguità del confine fra immaginazione e realtà.

Nico D'Alessandria

12.04.2007 - Autore: Matteo Nucci
Sensibile e dolce, tenace e impetuoso, polemico e controcorrente, Nico D’Alessandria è uno di quei personaggi cui sarebbe difficile attribuire una definizione. Regista, sì, regista di un cinema indipendente che in Italia ha sempre avuto una vita difficile. Amante folle del cinema e per questo nemico giurato del cinema degradato a puro commercio, D’Alessandria è stato soprattutto un uomo che ha saputo portare avanti le sue battaglie, che ha saputo essere coerente alle proprie idee, che non ha mai smesso di seguire i percorsi su cui l’avevano portato i sogni.   È morto a Roma il 22 dicembre e la sua opera verrà ricordata con una giornata in suo onore all’ “Azzurro Scipioni” il 10 gennaio alle 11,00. Difficile ripercorrerne la carriera. Classe 1941, laurea controvoglia in legge, Nico D’Alessandria, ‘discepolo’ di Zavattini, frequentò il Centro Sperimentale, si dedicò poi intensamente alla politica, fino a tornare al cinema per esplorarne gli aspetti più nascosti e raccontare storie allo stesso tempo forti e lievi, dure e leggere, per quel tocco di poesia pura, per nulla retorica, che sapeva distribuire sulla pellicola liberandovi l’immaginario.   Le sue opere sono sostanzialmente tre. La prima è del 1987, “L’imperatore di Roma”, da molti considerato un film fondamentale del cinema indipendente italiano, un ‘cult’ pressoché introvabile, anche ora che ne è stata prodotta una copia in DVD. Una storia che viaggia sul confine fra follia e realtà, sull’impossibile discrimine. Una storia con cui D’Alessandria portò via dall’ospedale psichiatrico di Aversa Gerardo Sperandini, facendone il protagonista del film. “L’amico immaginario” è invece del ’94. Forse il più autobiografico dei suoi film, racconta di un uomo di cinquant’anni, dei suoi amori, del suo piccolo figlio, dell’amicizia, delle piccole cose che accompagnano un’esistenza. Il ’99 è l’anno del suo ultimo film: “Regina Coeli”. D’Alessandria riesce a superare ancora una volta ogni difficoltà. Completamente autoprodotto, il film gli porta grandi riconoscimenti e al tempo stesso fortissime amarezze. Cinquecento milioni di lire ottenuti con grandi sforzi, dando anche in garanzia l’ipoteca della casa gli valgono addirittura le malignità di chi lo accusa di essere un ‘borghese possidente’. La delusione peggiore però viene dalle sale vuote, dalla difficoltà di far conoscere un’opera tanto sofferta. Il film è al solito intenso. Magali Noel, la Gradisca felliniana, è Regina, una donna solitaria che fa servizio di assistenza volontaria all’interno del carcere. Girato interamente dentro Rebibbia, “Regina Coeli”, soprannome attribuito dai carcerati alla donna, racconta la storia di un amore ‘impossibile’ e di un sogno di libertà.   Restano ora queste piccole perle. E se ricordarne l’opera interrotta è ora davvero difficile, resta però l’autoritratto con cui aveva cercato di dipingere il proprio percorso. Con la leggerezza tipica, un tocco di malinconia, una vena ironica:   Sono nato/morto al cinema con ”Rebecca, la prima moglie”. Sono morto/rinato con il cinema-verità. Sono stato vicino al cinema sperimentale con ”Prufrock” e Carmelo Bene, e al cinema militante con ”Occupazione delle case a Decima” e Zavattini nel bombardamento della cupola di San Pietro. Da morto, al cinema, ho cominciato a sognare di vivere in un film e tante volte la stessa sequenza finale. Per radio ho dato parola all’immagine della follia con ”Processi Mentali”. Mi hanno costretto a essere imprenditore e ho soppresso il contabile. Ho pedinato la vecchiaia con ”Passaggi”. Ho visto camminare per Roma l’Imperatore. Ho fatto della mia vita un film, ”L’amico immaginario”. Ho incoronato la Gradisca con ”Regina Coeli” La mia gaffe preferita è ”questo cinema va distrutto!”
FILM E PERSONE