NOTIZIE

N - Io e Napoleone

Per superare finalmente gli squilibri del suo cinema passato, Paolo Virzì ha optato per la soluzione più coraggiosa: un film in costume e il risultato è ottimo

N - Napoleone

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
  Per superare finalmente le incertezze e gli squilibri del suo cinema passato  - a nostro avviso eccessivamente sopravvalutato dalla critica – Paolo Virzì ha optato per la soluzione più coraggiosa: un film in costume, una produzione quindi più esosa, e per la prima volta l’appoggio ad un’opera letteraria, il romanzo omonimo di Ernesto Ferrero. Evidentemente a lui, sapiente tratteggiatore di personaggi ma indeciso costruttore di strutture narrative, un testo solido da cui partire è servito, e non poco.

Ciò che sorprende maggiormente in questo riuscito “N” non è  infatti la sola funzionalità della storia, ma soprattutto la capacità di Virzì di costruirci sopra una messa in scena tanto coerente quanto evoluta rispetto alle pellicole del passato. La peculiarità fondamentale della bellezza del film è nell’essere stato realizzato secondo una concezione che si discosta dagli stilemi piuttosto piatti del cinema italiano medio: dalla fotografia ai costumi, passando sopratutto per il montaggio serrato e le musiche coinvolgenti, “Io e Napoleone” si dipana agilissimo e quasi sfrontato nella messa in scena, eppure sempre attaccato e partecipe delle figure e delle idee che vuole raccontare. Il messaggio neppure troppo nascosto sembra quello di testimoniare, tramite l’allegoria del “tiranno” che imbroglia la massa troppo ingenua - una situazione paradossale dei nostri tempi (speriamo ormai passata...): tale sottotesto però non invade mai né soffoca lo svolgimento della storia, la corposità dei personaggi, la familiarità sincera di molte scene. Ed in più Virzì non perde quel tocco caustico ed ironico che ha contraddistinto i suoi migliori momenti di cinema: insieme alla forza penetrante dell’idea quindi si accompagna anche la precisione dei caratteri e la loro pungente simpatia. A rendere questo possibile anche la partecipazione di un gruppo di attori che danno tutti il meglio,e che vanno accomunati in un unico applauso. Impossibile però  non elogiare in particolare la decisa interpretazione di Elio Germano, a cui finalmente è stato affidato un ruolo dove capacità  istrionica e controllo maturo dello stesso timbro attoriale si sono fuse alla perfezione; una prova che, oltre alle già riconosciute doti interpretative, ha evidenziato un notevole carisma.

In un panorama in cui sembra che finalmente alcuni cineasti tentino di osare qualcosa di più a livello puramente cinematografico – pensiamo ai recenti exploit di Sorrentino, Crialese, oppure al Placido di “Romanzo criminale” (id., 2005) – il film di Virzì sembra confermare questa tendenza e la sua bontà. “N – Io e Napoleone” possiede la spigliatezza e la solidità di un cinema sicuro dei propri mezzi, e sopratutto capace di mostrare questa sicurezza al pubblico. Se Virzì in futuro continuerà a lavorare su sceneggiature così solide ed insieme sfaccettate, il suo lavoro non potrà che migliorare in profondità.

FILM E PERSONE