Il Commissario Montalbano ritorna, su Rai 1. Dal 15 aprile, per quattro successivi lunedì, rivedremo in tv Luca Zingaretti in uno dei suoi personaggi più amati. Il sorriso di Angelica, Il gioco degli specchi, Una voce di notte, Una lama di luce sono i titoli dei nuovi casi tratti dagli omonimi romanzi di Andrea Camilleri che, insieme a Francesco Bruni, Salvatore De Mola e Leonardo Marini, ha curato la sceneggiatura.
Dal 1998 ad oggi i 22 episodi passati hanno avuto 103 programmazioni, con medie di ascolto decisamente lusinghiere (in alcuni casi con ben più del 30% di share) e una diffusione a livello mondiale - dagli Usa al Giappone fino al Regno Unito - che ha reso il commissario siciliano un vero e proprio "Ambasciatore della fiction italiana all'estero".
"Sono felice di esser tornato a vestire i suoi panni in questi quattro film - dice il protagonista Luca Zingaretti - film che ho visto con grande piacere perché sono riusciti a rispettare le nostre aspettative, le mie in primis, che sono sempre altissime". Quattro film con i quali si arriva a un numero di tutto rispetto di ventisei avventure totali che segnano il sorpasso su un altro beniamino del pubblico italiano come il Maresciallo Rocca.
Merito di un autore prolifico come Andrea Camilleri che, nonostante i tanti successi, continua a non tirarsi indietro. Tanto che lo vedremo - prima di ciascuno dei nuovi episodi - in delle pillole video di due minuti nelle quali introduce la storia di turno e ne racconta l'origine. Per Il sorriso di Angelica tutto nasce dal personaggio de L'Orlando Furioso del quale Camilleri si innamorò da giovane, anche grazie alle splendide illustrazioni di Gustavo Dorè.
Un autore da parte del quale "c'è una grande attenzione all'aria che c'è adesso nel nostro Paese. Una nota dolente che si ripete nei finali, come se al commissario sfuggisse qualche piccolo particolare, e dei fatti dolorosi che accadono al di là della sua volonta e nonostante lui abbia già risolto l'enigma. Fatti che accadono alla gente comune e che scatenano la volontà dell'autore di reagire ai soprusi del potere", come dichiara il regista Alberto Sironi che aggiunge: "ho solo cercato di guardare la faccia della gente che vive nel nostro Paese".
E sullo schermo i riferimenti ai "tempi che corrono", ai "tagli che ha fatto il governo" e alle tante "lettere di licenziamento" che circolano in questi "tempi bui" si susseguono, indice di una sensibilità che conferma lo stesso Zingaretti: "I grandi giallisti cosa fanno? Raccontano il tempo in cui sono ambientate le loro storie, il momento storico di quel Paese. In questo senso le costanti di questi racconti di Camillleri sono nei personaggi e nelle situazioni, e nel misurarsi di quelli con situazioni nuove. Si respira una atmosfera più cupa, che forse è quella che si vive ora in Italia con la crisi economica, le industrie che chiudono e la gente che non se la passa tanto bene".
"Forse, l'unica cosa, dove avverto un cambiamento, che c'è da qualche storia, è che mi pare che Montalbano sia diventato più birichino con le presenze femminili", aggiunge stemperando la discussione con un argomento più leggero e concludendo con un saluto affettuoso di un personaggio tanto caro a tutti, anche a lui, che ancora una volta lo lascia con una sensazione di "grande dolcezza".
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Montalbano sono, parola di Luca Zingaretti
L'attore torna a vestire i panni del Commissario nato dalla fantasia di Andrea Camilleri in 4 nuove avventure 'da record'
11.04.2013 - Autore: Mattia Pasquini