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Modelli da non imitare

Arriva su MTV il contestatissimo reality "Jersey Shore", ritratto a tinte forti della gioventù italo-americana.

Jersey Shore

24.03.2010 - Autore: Francesco Benincasa
New Jersey. Interno notte. “Tamarri ovunque, belle ragazze e musica house”, annuncia a squarciagola una delle quattro protagoniste femminili del nuovo reality show in onda su MTV. E a guardare un attimo attorno a lei, non c’è che da darle ragione. Gli altri “guido” e “guidette” - termini che indicano la provenienza italo-americana dei nostri protagonisti, nello slang - che fanno parte del cast di “Jersey Shore” (in onda tutti i lunedì a partire dal 22 marzo alle ore 22.00 su MTV Italia) sono infatti, per quel che riguarda i quattro maschi, dei veri e propri coatti, con tanto di muscoli pompatissimi da cinque giorni di allenamento a settimana, abbronzatura rigorosamente da lampada autoabbronzante e la certezza di essere del tutto irresistibili per l’altro sesso e, per quel che riguarda le quattro ragazze, sciacquette tutte curve e vestitini striminziti, sboccate e aggressive, alla costante ricerca dell’acconciatura perfetta.

Leonardo Di Caprio e Lindsay Lohan, tanto per citarne solo due, sono loro fan sfegatati, le magliette con il logo dello show vanno a ruba oltreoceano e dopo una partenza un po’ freddina anche il pubblico ha iniziato ad appassionarsi alle vicende di questa combriccola di caricature, rappresentazione decisamente sopra le righe di uno stereotipo, quello del truzzo italo-americano, evidentemente parecchio in voga negli Usa. Dal milione e trecentomila spettatori della prima puntata, infatti, gli ascolti sono schizzati fino ai quasi 5 milioni dell’ultima puntata dello show, tanto che la produzione ha deciso di riproporre una seconda stagione del reality - questa volta composta da 12 episodi al posto dei 9 della prima - che andrà in onda in patria nel corso dell’estate del 2010.

Ma in cosa consiste questo strano reality, che non ha mancato di far andare su tutte le furie le associazioni di italo-americani in guerra per la cancellazione dello show dopo la prima puntata di messa in onda, nonché di far storcere la bocca ad alcuni sponsor, che hanno addirittura ritirato la loro pubblicità? Vinny, Angelina, Mike, Nicole, Ronnie, Jenni, Dj Pauly D e Sammi, in perfetto stile “Real World” si trovano a vivere e divertirsi fianco  a fianco, dividendo gli spazi di un appartamento, tra immagini di Scarface e poltrone rivestite di leopardo. Un’intera collana di perle del trash, che funziona e tiene incollati allo schermo nell’attesa di conoscere la risposta alla domanda: “ma ci sono o ci fanno?”, accompagnati sempre e comunque da un tripudio di abbronzature e muscolature gelatinose.

Loro, gli otto ragazzi – alcuni dei quali conservano nel cognome le loro origini italiane, da Sorrentino a Polizzi, da DelVecchio a Giancola e Guadagnino – non vedono il problema, si godono questa insperata popolarità e incassano a tutto spiano con le ospitate nei vari programmi televisivi (il cachet si aggira sui diecimila dollari) e con i loro progetti personali paralleli. Per Nicole "Snooki" Polizzi i “guido” e le “guidette” del reality sono “persone di bell’aspetto, che amano essere al centro dell’attenzione e prendersi cura di loro stessi”. Nulla a che vedere quindi con le accuse di fungere da stereotipi caricaturali di una sottospecie umana dedita a steroidi e silicone, senza educazione, gusti, nessuna discrezione sessuale, nessuna conoscenza della loro cultura di provenienza e nessuna ambizione se non quella di conquistare più prede possibili.

MTV, dal canto suo, ha placato un po’ i toni della querelle, rilasciando un comunicato nel quale si precisava che “Jersey Shore è una serie che segue otto giovani adulti nelle loro vacanze al mare. Si muove nella direzione di raccontare le varie sottoculture, i riti di passaggio dei giovani, e le strade per raggiungere la propria identità. Il cast è fiero della sua eticità. Comprendiamo che lo show non può essere adatto ad ogni tipo di pubblico e prende in considerazione un solo aspetto della cultura giovanile”.

Non esiste altro posto come la Jersey Shore!”, si grida nella prima puntata andata in onda. E verrebbe davvero da gridare “speriamo!”, in risposta, altrimenti oltre ai già abusati e per nulla piacevoli termini che abitualmente ci descrivono in lungo e in largo sul pianeta, da “mafiosi” a “pizza, spaghetti e mandolino”, dovremmo tutti abituarci a fare i conti anche con lo stereotipo del “guido”, il tamarro italiano. Preparatevi a sessioni compulsive di palestra, comprate almeno dieci barattoli di gel e imbottitevi di steroidi, oppure aumentatevi il seno di tre misure e vestitevi con gli abiti più striminziti che trovate nell’armadio, se volete passare inosservati al “Jersey Shore”.