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Misteri d'Italia in concorso

Il film che Benvenuti ha portato a Venezia suscita già polemiche, critiche, interrogativi. Con stile documentaristico il regista ha offerto una reinterpretazione della strage di Portella della Ginestra. Ma resta il dubbio sull'effettiva utilità di simili operazioni cinematografiche.

Segreti di Stato

12.04.2007 - Autore: Giulia Amati
\"Segreti di Stato\", il film di Paolo Benvenuti presentato in questi giorni alla Mostra di Venezia nella sezione film in concorso, è innanzitutto una reinterpretazione degli avvenimenti della strage di Portella della Ginestra. La storia vuole che un gruppo di banditi al seguito di Salvatore Giuliano abbia sparato - uccidendo e ferendo - su una folla di braccianti riuniti per il comizio del 1° maggio del \'47. La lettura dei fatti offerta da Paolo Benvenuti si basa principalmente su due presupposti. Il primo è di natura psicologica: perchè mai Salvatore Giuliano avrebbe dovuto sparare su una folla di braccianti che lo aveva sempre sostenuto e riconosceva in lui un amico più che un fuorilegge? Il secondo è di natura scientifica: il numero e il tipo di bossoli ritrovati dalla polizia non corrispondeva a quelli effettivamente usati da Giuliano e la sua banda.   Da qui prende le mosse la ricerca e il bisogno di verità dell\'avvocato protagonista della storia di Paolo Benvenuti. La ricerca ricalca le orme del giallo scientifico: nuovi documenti aggiungono materiale su cui riflettere, testimoni oculari rivelano informazioni che chiariscono e al tempo stesso gettano nuova ombra sui fatti, ricostruzioni sul campo aiutano a verificare la verosimiglianza delle possibili interpretazioni, un modellino del luogo della strage facilita la visione panottica dei frammenti di informazioni che via via si aggiungono pur restando difficilmente collegabili tra di loro.   Ma non basta la sagacia e l\'ansia di verità dell\'avvocato a risolvere l\'enigma. Il mistero sarà svelato da un professore siciliano con un affascinante gioco delle carte. I volti di personaggi illustri del mondo della politica, del Vaticano, dei servizi segreti americani vengono collegati in uno schema che unisce alle gerarchie piramidali l\'inquietante uso dell\'arte combinatoria. Deus ex machina, un colpo di vento interrompe questa agghiacciante concatenazione di personaggi ed eventi lasciandoci l\'amara visione di un complotto anticomunista che si è perpetrato in Italia tra la fine della Seconda Guerra Mondiale e l\'inizio della guerra fredda.   \"Pensando ai premi, ci si chiede che effetto potrà fare questo film scarno, tagliente e freddo sino a creare ansia, ai membri stranieri della giuria, che sapendo poco dei nostri misteri, potrebbero scambiarlo per un thriller demenziale\" scrive Natalia Aspesi in un articolo su \"La Repubblica\". Per ora nulla è dato sapere sul comportamento dei membri stranieri della giuria, tuttavia sembra esattamente questa la reazione di gran parte della stampa estera a Venezia. Una conferma di quella spiacevole sensazione secondo cui parlare dei misteri italiani significa spesso parlare di ciò che per altri è semplicemente inverosimile. In fondo, non stupisce che il film abbia suscitato e susciterà un gran numero di polemiche ma sembra altrettanto plausibile che esse cadranno molto presto nel dimenticatoio.