Mister X...Y

    Succedono cose strane nei dintorni di Seattle. Un ragazzo (Matt Dallas) si sveglia nella foresta ai margini di questa metropoli americana nudo e privo di riferimenti. Quel cassetto del cervello in cui si annida la memoria è chiuso o forse non esiste affatto.

 

Le conoscenze della vita sociale, anche le più elementari, se c’erano sono state rimosse. È come se il giovane fosse appena nato. La polizia lo raccoglie per la strada mentre vaga “come mamma l’ha fatto” e in stato confusionale e, non sapendo che farne, lo consegna ad una struttura sanitaria che assiste adolescenti border-line. E qui avviene una scoperta sconcertante: il ragazzo non ha l’ombelico! Questo sgradevole dettaglio incuriosisce la terapista Nicole Trager che si interessa al mistero e decide di prendere in custodia questa strana creatura cui affibia il nome provvisorio di Kyle in attesa di rintracciarne gli eventuali parenti. La convivenza con la nuova famiglia è ragionevolmente complicata. Kyle non comunica e non capisce niente, ma mostra eccentriche attitudini come risolvere i compiti dei figli di Nicole in tempi record senza avere la più vaga idea di cosa stia facendo o disegnare con semplici pastelli immagini fotorealistiche. Come se il quadro non fosse abbastanza inquietante Kyle è costantemente pedinato da un gruppo che tenta di scoraggiare la curiosità che il ragazzo manifesta per il proprio passato. Il poverino giustamente appena impara a verbalizzare il proprio pensiero in modo organizzato pronuncia le fatidiche parole: “cosa sono io?” Domanda che lo spettatore si era posto durante i titoli di testa. Ma per dare risposta a questo segreto ci vuole tempo considerando che in America la serie si è guadagnata una seconda stagione. Nel frattempo si seminano nuovi interrogativi e si dedicano interi episodi all’apprendistato di Kyle che appena inizia a gestire un po’ i rapporti con il mondo che lo circonda precipita inevitabilmente nei problemi adolescenziali…Dura la vita!