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Misericordia, Hollywood

Misericordia, Hollywood

Oscar

09.10.2002 - Autore: Film.it
Misericordia è un paese minuscolo a pochi chilometri da Arezzo, ed è lì che nel 1952 nasce Roberto Benigni, in quella campagna toscana comunista e cristiana, superstiziosa e dissacrante. La voglia di rivalsa sociale è la molla che scatena la sua arte, quella dei primi passi in teatro come quella dei film da Oscar. Ringrazio la vita perché mi ha fatto il dono più bello: la povertà, aveva detto allAcademy Hall alzando la statuetta vinta per La vita è bella. Dissacrante ma dal cuore doro, Benigni ha creato attorno a sé una simpatia che va al di là dei personaggi da lui interpretati negli innumerevoli film della sua carriera. Le sue performance televisive sono stati dei veri e propri eventi, incursioni dissacranti davanti a platee seriose in smoking e pelliccia: allimpeccabile premiazione del Festival di Cannes, Benigni si è letteralmente inginocchiato ai piedi di Scorsese, allegramente perplesso mentre gli stava consegnando il Gran Premio della Giuria. Indimenticabile rimane anche la premiazione nella notte degli Oscar, con quel Roberto gridato con gioia da Sophia Loren mentre Benigni in piedi in bilico sugli schienali di velluto, si godeva lovazione della platea ammirata dal suo istrionismo fisico. La comicità del corpo, labilità nei movimenti del bacino, in generale la sua presenza fisica dinoccolata e imprevedibile costituiscono senza dubbio i caratteri principali con cui Benigni si è affermato, al punto da indurre a paragoni con Charlie Chaplin e Totò. Il suo primo grande successo cinematografico è stato Non ci resta che piangere, in coppia con Massimo Troisi, un altro monumento della comicità italiana. Il film, un esilarante viaggio nel tempo in cui i due protagonisti si trovano improvvisamente in pieno Rinascimento, apre le porte ai suoi grandi successi italiani e internazionali. Di lì a poco infatti, Jim Jarmush lo vuole in Daunbailò, dove Benigni interpreta un surreale e stralunato turista italiano in carcere, dallinglese maccheronico e dalla simpatia irresistibile. La collaborazione con Jarmush continua in Taxisti di notte (Night on heart) dove Benigni si trova a recitare accanto a un cast internazionale di grande livello, con Winona Ryder, Gena Rowlands e Beatrice Dalle. Nel 1988 Benigni sbaraglia i botteghini italiani con lesilarante Il piccolo Diavolo, in coppia con Walter Mattau. Qui lo vediamo vestire i panni di un improbabile demonio che non ne vuole sapere di tornare allinferno, dopo essere stato costretto ad abbandonare il corpo di una parrucchiera da un malcapitato prete esorcista (Mattau). La sua irresistibile verve comica è ormai collaudata e apprezzatissima, come dimostrano le pellicole successive, Johnny Stecchino e Il Mostro, dove Benigni interpreta e reinventa rispettivamente il ruolo del mafioso e del maniaco sessuale. Tra i due film, Benigni abbandona momentaneamente la regia per vestire i panni del figlio segreto dellispettore Clouseau ne Il figlio della Pantera Rosa di Blake Edwards. Nonostante questi grandi successi comici, Benigni ha dimostrato di non saper solo far ridere. Accanto a una serie di iniziative collaterali (i readings di Dante, linterpretazione di Pierino e il lupo diretto da Claudio Abbado) il comico toscano ha dimostrato di essere un attore completo e un regista sapiente, dalla collaborazione con Fellini in La voce della luna fino ai tre Oscar vinti per La vita è bella, il suo ultimo film: Miglior Film Straniero, Migliore Colonna Sonora, e soprattutto Miglior Attore, sbaragliando mostri sacri come Tom Hanks, Nick Nolte e Edward Norton. Ripetere il successo di questa favola tragicomica piena di poesia e di leggerezza sarà davvero difficile, ma con Pinocchio Benigni ha lavorato duro per tornare a sorprenderci, nuovamente, in grande stile.