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Michelle: è riso amaro

La cartonesca simpatia della Hunziker giova al portafogli ma poco alla vita privata: molti gli impegni professionali, eppure, per l'amore è tempo di vacche magre. Sarà mica la troppa simpatia a penalizzare gli affari di cuore dell'amata soubrette?

Michelle Hunziker 2003

12.04.2007 - Autore: Seralisa Carbone
Che favola, quella della principessina Michelle. Baciata dalla fortuna, bilingue, bella come Barbie e presto moglie di una delle più redditizie macchine per soldi della discografia italiana. Cominciò così per Michelle Hunziker, ormai ex moglie di Eros Ramazzotti e musa ispiratrice di molte sue canzoni, le più significative dell’ultima produzione.

Prometteva faville, la svizzera dai capelli d’oro la cui fresca bellezza appariva fin dal principio coniugarsi -in modo desueto per gli standard del piccolo schermo- a una viva intelligenza che non la rendeva certamente “una qualunque” e men che mai “raccomandata” senza arte né parte.

Entrata dalla porta principale, la Hunziker ce l’ha fatta da sola, sfoderando una tale capacità di apprendimento da aumentare in un batter d’occhio professionalità e quotazione, tanto che, da Festivalbar a Zelig, da Scherzi a parte al teatro, sino all’approdo a Striscia la notizia –dove è tornata oggi ad affiancare l’amato Greggio-, non v’è ambito da cui la principessina Michelle non abbia attinto esperienza per effettuare nuovi decolli mediatici, non ultimo quello musicale, essendo in uscita a giorni il suo primo cd dopo il contratto firmato con una casa discografica svizzera.

Tuttavia, la nota formula Chi ha il pane non ha i denti si abbatte oggi sulla soubrette come la più rognosa delle sfortune, riversandosi sulla vita privata alla stregua di una macumba: niente sesso e niente amore da un annetto o giù di lì, stando alla recente intervista-confessione rilasciata a una famosa rivista di moda e costume che ha fatto indignare il pubblico tutto.

Povera Michelle: così sola e inappagata da sfogarsi sulla carta stampata! Sarà mica che, lavora lavora, c’è andato di mezzo il sex appeal?  Saranno forse quel sorriso troppo sgargiante con apertura a dentiera e la simpatia da cartone animato, oppure, le movenze da mattacchiona “stile ludoteca” a deprezzare charme e sensualità? Saranno mica i padani fraseggi, retaggio di Zelig?

Sarà, ma dagli esordi a oggi, non abbiamo mai visto la principessa trasformarsi in regina, né la fresca fanciulla diventare sapientemente donna, gestire il proprio fascino con padronanza e consapevolezza. La maturazione professionale della Hunziker non è stata accompagnata, almeno sotto il punto di vista dello stile, da un’evoluzione nel senso della femminilità. Come Candy-Candy, proprio come un cartone, il tempo l’ha congelata ed è rimasta tale e quale.

Un pizzico di ironia in meno non guasterebbe e forse riconsegnerebbe al personaggio una maggiore sfaccettatura rispetto al presente po’ appiattito da quel gusto eccessivamente ridanciano che rende Michelle un tantino prevedibile. Insomma, qualche sghignazzata in meno e forse ci siamo: chissà che anche le sorti sentimental-sessuali non ne traggano un più urgente vantaggio.

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