NOTIZIE

Martinelli: il Vajont? non fu una fatalita'

Spettacolo e impegno civile: è da questa unione che nasce "Vajont", il film di Renzo Martinelli su una delle pagine più nere della storia italiana

Vajont

18.10.2001 - Autore: Adele de Gennaro
Spettacolo e impegno civile: è da questa unione che nasce Vajont, il film di Renzo Martinelli su una delle pagine più nere della storia italiana, sepolta sotto gli archivi della memoria e riemersa grazie allo spettacolo teatrale di Marco Paolini. Un film per non dimenticare, ma anche per denunciare quello che in tanti non vollero o non seppero capire: la tragedia del Vajont - cinque paesi di unintera valle spazzati via dalla faccia della terra e 2000 morti - non fu una fatalità ma un evento annunciato.Allepoca dei fatti dice Martinelli io ero un ragazzo e ricordo benissimo che tutti, da Bocca a Montanelli, da Biagi a Buzzati, parlarono di fatalità. Non è assolutamente vero. Solo leggendo il libro di Tina Merlin, Sulla pelle viva ho provato un senso di indignazione. Ed è stato proprio il libro della Merlin, nel film interpretata da Laura Morante, ad ispirare il Vajont sceneggiato da Martinelli e Pietro Calderoni. Subito dopo la catastrofe del 9 ottobre 1963 ricorda il regista il giudice Mario Fabbri non trovò nessun geologo disposto a fare la perizia, per trovarne uno fu costretto ad andare a Praga. In seguito emise 20 mandati di cattura, ma scapparono in 15. In quegli anni la tesi era la mancanza di prevedibilità degli eventi, ma non era affatto così. Perché dunque un fim sul Vajont? Mi auguro - risponde Martinelli che i ragazzi riflettano sui tanti Vajont pronti ad esplodere in assenza di una coscienza civile. In fondo anche le tragedie della Valtellina, di Sarno, persino lultima di Linate, sono delle tante Vajont. Realizzato con ingenti sforzi produttivi, tanto da costringere il regista a cedere una quota del film alla Sugar di Caterina Caselli (non a caso la colonna sonora è affidata alle voci di Andrea Bocelli e Filippa Giordano), Vajont mescola impegno civile, sentimenti ed effetti speciali,unoperazione che ha il sapore di una sfida. Insieme a Calderoni prosegue Martinelli abbiamo fatto un lavoro drammaturgico per capire le ragioni di quanto è accaduto. In questo senso credo che la definizione più bella sia di Sgorlon: una catena di eventi perversi. Non si è mai verificato che due chilometri e mezzo di montagna vengano giù in soli 40 secondi. Tre anni di lavoro per realizzare un film che, secondo Martinelli, non ha nulla da invidiare ai kolossal americani, almeno per quanto riguarda gli effetti speciali. In Vajont ci sono 270 inquadrature digitali sottolinea polemicamente e credo di aver dimostrato che lItalia è piena di talenti nella post-produzione. Se il film fosse stato fatto da un regista americano, saremmo tutti pronti a stupirci, ma noi italiani in questo siamo molto masochisti. Ma il film, che ha come protagonisti Michel Serrault, Daniel Auteuil, Laura Morante, Jorge Peruggoria, Leo Gullota e Anita Caprioli, non è solo un saggio di tecnica digitale, è una pellicola che arriva dritta al cuore grazie anche allinterpretazione degli attori. Fra intrighi, documenti falsificati e perizie nascoste, tutto rigorosamente documentato cè spazio anche per i sentimenti e, a volte, per qualche enfatizzazione. Non a caso uno dei personaggi più forti di questo film è quello della Merlin, la giornalista de LUnità interpretata con passione dalla Morante. Mi sono documentata leggendo il suo libro afferma lattrice e vedendo alcune sue interviste rilasciate dopo la frana del Vajont. Non è stato difficile innamorarmi del personaggio anche se nel film cè una piccola forzatura: in realtà per alcuni anni LUnità non pubblicò affatto i suoi articoli. Ma non solo. Già tornata sul set per girare La mezza estate, un film di Michele Placido sulla relazione fra Sibilla Aleramo e Dino Campana (nel cast anche Stefano Accorsi), la Morante aggiunge: Siamo sempre responsabili dei ruoli che interpretiamo, ma per me era interessante un aspetto di questo personaggio, la sua combattività. Finora non mi era mai stato chiesto di interpretare personaggi così impegnati politicamente. Ed è un peccato che il film non vada oltre la ricostruzione degli eventi, la denuncia sarebbe stata più efficace ricordando il dopo. Abbiamo solo cercato di rappresentare linarrestabilità di questa tragedia conferma Martinelli perché la successione dei fatti è così perversa e arrogante che lascia sconcertati. E vero, il dopo-Vajont è ancora più grave. Un esempio? La Rai organizzò allepoca una colletta per i superstiti: i soldi sono stati ritrovati in Svizzera su conti privati intestati ad alcuni assessori. E per limmediato futuro Martinelli, ha già iniziato a lavorare su unaltra pagina nera della nostra storia: il caso Moro.