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Maria José, parlano i protagonisti
Dice la Bobulova: "Ho avvertito una grande responsabilità nell'interpretare una delle donne più importanti della storia italiana. Maria Josè era una donna che cercava di essere amata. Era abbastanza sola, veniva da un altro paese e anch'io, quando sono giunta in Italia, ho provato sensazioni simili"

12.04.2007 - Autore: Adele de Gennaro
Un ruolo estremamente impegnativo per Barbora Bobulova che, tra Tv, cinema e teatro, (oltre al recente Le Crociate e al Padre Pio di Giulio Base, ha lavorato nel cinema con Gabriele Muccino e Marco Bellocchio e in teatro con Gabriele Lavia), si appresta ora grazie al film di Carlo Lizzani a conquistare definitivamente il pubblico televisivo. Un ruolo a tutto tondo, il suo, visto che la Maria Josè di Lizzani è una donna ribelle, coraggiosa, sensibile ma anche piena di contraddizioni. E ricca di sfaccettature la Maria Josè di Carlo Lizzani ed è per questo che non bisogna soffermarsi soltanto sulla prima parte del film: il regista, infatti, ci tiene a chiarire che il suo intento non è quello di proporre unagiografia di questo grande personaggio storico, piuttosto mettere in luce anche gli aspetti più moderni, dallambizione politica alle numerose contraddizioni. Nella seconda parte, infatti, vedremo anche i suoi incontri con monsignor Montini, il futuro papa Paolo VI ,i conflitti sempre più accentuati con casa Savoia, la sua iscrizione al partito fascita ma anche il tentativo di liberare la monarchia da una dittatura sempre più invadente sul piano istituzionale. Sono profondamente convinto che se Umberto avesse accolto i suggerimenti di Maria Josè, afferma Lizzani, sarebbe divenuto il De Gaulle italiano e, chissà, oggi avremmo ancora la monarchia. Continua il regista: Nella prima parte abbiamo puntato molto di più sul privato e sul suo lato da femminista ante litteram ma nella seconda vedremo anche emergere le sue contraddizoni che la porteranno ad una presa di coscienza diversa. Lizzani, inoltre, precisa che pur avendo avuto la possibilità, non ha voluto incontrare in passato né Maria Josè, ne i figli. Ho preferito non conoscerla personalmente perché spesso le memorie sono fuorvianti, finiscono col confondere le idee invece di chiarirle. Quanto alla figura del principe Umberto, interpretato non senza difficoltà da Alberto Molinari (per costruire questo personaggio, afferma, ho dovuto reprimere con fatica i miei istinti impulsivi), il regista lo definisce un piccolo Amleto, soggiogato dalleducazione del padre. Ma non solo. Lizzani, infatti, aggiunge: Umberto di Savoia è una figura che mi ha sempre affascinato, proprio per la sua rigida soggezione al padre e al tempo stesso per il vagheggiare una vita libera e, a suo modo, anticonformista. Le spinte contraddittorie che gli venivano da ogni parte, da Mussolini, dal re, dalla moglie e dala madre, ne fanno un personaggio tipico del Novecento
Oltre alla Bobulova e a Molinari, il film vede tra gli interpreti anche un principe vero, Urbano Barberini nel ruolo di Amedeo DAosta, inoltre un bravissimo Ennio Fantastichini (Zanotti Bianco), Antonella Ponziani (Mafalda di Savoia), Claudio Spadaro nel ruolo di Mussolini (una curiosità: aveva già interpretato il Duce in Un tè con Mussolini di Zeffirelli), Antonio Stornaiolo ( Galeazzo Ciano) e Claudio Bigagli (monsignor Montini). Un cast ben selezionato. Pensiamo subito ad Ennio Fantastichini, impeccabile nel ruolo di Zanotti Bianco -liberale, amico di Croce ed antropologo- che favorì i contatti della regina con una serie di grandi intellettuali e scrittori. Unamicizia vissuta non senza coraggio da parte di Maria Josè, donna di gran temperamento e in grado di dire io non ho paura di nulla, il pericolo lo guardo negli occhi. Al di là di tutto, comunque, Lizzani precisa: Il mio è un film damore e di grandi passioni politiche, inoltre lo vedo come una metafora comprensibile a tutte le donne. Ecco, pensiamo allanticonformismo di Maria Josè, alla sua originalità o all\' ambizione politica: è stata davvero uneroina.