
Punto di partenza della trama è proprio l'avventurarsi dietro il sipario di uno show televisivo particolarmente cattivo ed agghiacciante, chiamato “Cult”. Un giornalista investigativo Jeff Sefton (Matt Davis), dopo la misteriosa scomparsa del fratello Nate, comincia a rivalutare lo stato paranoico del quale era vittima il fratello, convinto che, per qualche misterioso e incredibile motivo, Cult volesse eliminarlo. Qualcosa dietro la messinscena dello show puzza di vero, e Jeff si mette ad indagare insieme alla giovane Skye (Jessica Lucas), assistente alla regia del sanguinario programma. Concludono il quadro, il personaggio principale di Cult, Bill Grimm (Robert Knepper), una sorta di deus ex machina conduttore dello show, che provoca nei fan un immenso culto della personalità. Un misto tra Hannibal Lecter e Charles Manson, come lo hanno definito i primi osservatori prematuri della serie. La partecipazione di Cult ai giorni del Comic-Con 2012, ha poi svelato alcuni segreti ed anticipazioni sulla serie, nonché il suo tema portante. La violenza che può raggiungere il sistema entertainment in termini di ricerca di successo e fatturato. Sempre durante il Comic-Con, Robert Knepper, in una curiosa presentazione del cast, con un video-messaggio nei panni di Bill Grimm si è dissociato da se stesso, decidendo di non interrompere il gioco di specchi tra personaggio e attore. Televisione, social network e realtà. Mentre si descrivono questi aspetti, si cercano nuove frontiere, anche in termini di narrazione.

La serie, tenta di far saltare in ogni momento i punti di vista e le certezze per fare in modo che lo spettatore si chieda continuamente il peso che la televisione e i media in generale esercitano su ciascuno di noi. Obbiettivo ambizioso e rischioso. Perché molti fan affamati di serie, potrebbero realmente non gradire ciò che scopriranno su loro stessi e sul modo di essere spettatori.