‘Meucci, questo sconosciuto!’, così esordisce Massimo Ghini parlando della miniserie tv che lo vedrà protagonista lunedi 28 e martedi 29 marzo in prima serata su Raiuno. ‘Meucci. L’italiano che inventò il telefono’, questo il titolo della fiction, vuole essere dopo ‘Papa Giovanni’, ‘Soraya’ e ‘Madre Teresa’, un’altra pagina aperta sul Novecento e sulle grandi personalità che lo hanno caratterizzato. Intanto, come preannuncia Agostino Saccà, direttore di Raifiction, altri progetti sono all’orizzonte, incentrati sulle figure di Enrico Mattei e Italo Balbo, entrambi morti in circostanze alquanto misteriose.
Nonostante Antonio Meucci sia vissuto nell’800 (nasce a Firenze nel 1808 e muore a New York nel 1889) la sua ‘creatura’, il telefono, è uno dei grandi protagonisti del XX secolo, di quelli che sconvolgono abitudini di vita e modi di percepire il mondo. L’11 giugno 2002 la Camera dei Rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti d’America ha riconosciuto ufficialmente all’emigrato italiano la paternità dell’invenzione, dopo che per secoli alla domanda ‘chi ha inventato il telefono?’ la risposta considerata giusta era ‘Alexander Graham Bell’.
In realtà Bell è stato un ‘business man’ dalla grande intuizione, ma la genialità è tutta di quell’uomo ‘folle’ partito dall’Italia in cerca di fortuna. Attraverso la fiction scopriamo che la vita di Meucci è stata puntellata da eventi poco fortunati: dopo aver trovato un impiego dignitoso al Gran Teatro di Tacon a Cuba (distrutto in seguito da un incendio) emigrato a New York, Meucci si trova ad affrontare la grave e improvvisa malattia dell’amatissima moglie Ester, perde tutti i suoi averi e anche il preziosissimo brevetto della sua invenzione.
‘In realtà nessuno ha mai parlato davvero, nel profondo, di questo personaggio. Questo è il punto di partenza. All’inizio ero un po’ spaventato all’idea di prestare il mio volto ad un’inventore, ma poi ne sono stato immediatamente conquistato’- dice Ghini. Come sottolinea anche il regista Fabrizio Costa non si tratta di un affresco storico nè di un racconto patriottico, si è voluto raccontare la storia di un uomo, percorrendo gli anni che vanno dalla giovinezza alla vecchiaia. Un uomo che ha fatto un grande regalo all’umanità intera. Si racconta dell’invenzione, della estenuante controversia con Bell e di un Meucci indagato in tutta la sua straordinaria affettività.
Dice Ghini: ‘abbiamo coniato un motto: 'il telefono è stato inventato per parlare con la moglie'. Infatti la malattia di Ester (interpretata da Tosca D’Aquino), costretta all’immobilità in un letto, è stata per lui una forte motivazione. Nel cast anche il simpatico Flavio Insinna nei panni dell’amico Lorenzo Salvi, Miguel Hermoso Arnao nei panni di Joe Melli, Roberto Alpi in quelli di Garibaldi (illustre fuoriuscito dal nostro paese ospitato dal nostro eroe). L’invenzione nasce da un sogno e il sogno di Antonio Meucci era quello di scoprire il segreto degli Elfi. Possiamo dire, a distanza di tempo, che ci è riuscito.


NOTIZIE
L'uomo che creo' il telefono
Arriva su Raiuno la storia di Antonio Meucci, due puntate sulla vita dell'uomo che inventò il telefono, raccontata senza retorica da Massimo Ghini.

12.04.2007 - Autore: Rossana Cacace