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L'Isola della rinuncia

L'avventura in Honduras si profila giorno per giorno come una rinuncia a tutto tondo, in primis al cibo, ormai in via di esaurimento. E all'abbandono del game da parte dei concorrenti, si aggiunge ora l'espulsione di Ceccherini

Isola 4

12.04.2007 - Autore: Seralisa Carbone
Era meglio Samanà, paludosa ma piena di telline. Quest’anno invece, L’isola dei famosi, per la sua quarta edizione è stata spostata in Honduras, su una paradisiaca isoletta che, ahinoi, si è presto trasformata nella gabbia infernale dei naufraghi vip di Rai2. Esaurita la disponibilità di cocchi, anche i pesci sono venuti meno a causa di un problematico barracuda che ha privato i concorrenti della principale risorsa alimentare, oltre che della linfa vitale necessaria per la consueta messinscena di miserie e nobiltà.

La palafitta delle riserve è stata teatro di defezione sin dall’inizio: l’ex padre Cionfoli se l’è data a gambe dopo il primo temporale e, come lui, anche Simona Tagli non ci ha pensato due volte a tornare alla civiltà, mentre, più combattivi, Den Harrow e Marina Occhiena sono stati i primi a raggiungere il cast al completo. Se l’ex femme fatale dei Ricchi e Poveri si è allineata strategicamente al gruppo, il palestrato e storico cantante di Catch the fox ha preferito scostarsi dal vanaglorioso branco, ma, complice uno sdoppiamento di personalità che lo poneva in bilico tra Ivan Drago e l’orso Yogi, se n’è tornato a casa spontaneamente aggiungendo il proprio nome alla già nutrita lista di abbandoni che contempla anche Kris & Kris e la boriosa Domiziana Giordano. 

Linda Santaguida e Sergio Vastano sono riusciti a unirsi al gruppo dopo una settimana di palafitta e pustole da mosquitos, mentre Leone Di Lernia, sbarcato riserva, ha raggiunto i naufraghi nel giro di pochi minuti per questioni di “fattore C”.      L’edizione in Honduras vede quest’anno un cast privo di colore, un po’ scialbo e annacquato, e l’espulsione per bestemmia di Ceccherini –senza dubbio candidato alla vittoria insieme a Den Harrow- non giova certo alla  cancrena intellettuale e alla diffusa moscezza di un clima isolano senza personaggi che spicchino per carattere. Benché la produzione abbia evidentemente incentivato la caustica simpatia del compagno di merende di Pieraccioni, con l’uscita del toscanaccio più amato -la cui gaffe resta tuttavia indifendibile- anche il pubblico “rinuncia” al valore aggiunto di un’isola ormai noiosa, giunta qui a un giro di boa.

Il meglio che ci si possa aspettare a questo punto, altro non è che il trionfo della leggerezza contro le desolanti strategie dei naufraghi più affamati di cibo e virtù, per cui, se il “fattore C” ha già una volta supportato il rustico pugliese, re delle cover a base di cime di rapa, che continui a portargli bene sino alla fine, lasciandolo trionfare su chi si prende troppo sul serio nel clima luttuoso di un desaparecido sense of humour.   

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