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L'impronta noir
Michele Soavi lascia sempre un'impronta noir, come nell'"Ultima pallottola" dove Scarpati saluta la sua squadra sotto un diluvio violento che incupisce la gioia per l'arresto appena compiuto.

12.04.2007 - Autore: Teresa Manuela Plati
Nei tuoi film anche se è il bene a vincere lasci sempre unimpronta noir come nellUltima pallottola dove Scarpati saluta la sua squadra sotto un diluvio violento che incupisce la gioia per larresto appena compiuto.
M.S.: \"Si, è vero ma del resto il bene non vince mai completamente. Cè sempre qualcosa che è andato storto.
E troppo facile il vissero felici e contenti semplicemente perché non è mai così. Mi sembra dovuto anche per avere un minimo di credibilità e non ricadere nella retorica.\"
Linseguimento finale tra il capitano e il killer non cè mai stato?
M.S.: \"No, in realtà il killer fu arrestato il 6 maggio del 1998 in pieno giorno, di fronte al pronto soccorso del San Martino di Genova. Fu unazione lampo. Neanche lui si rese conto di quello che gli stava capitando e, arrivato al commissariato, si complimentò con la squadra per la tempestività dellazione. Bilancia era un giocatore dazzardo, in quella mano perse la partita, però apprezzò il gioco pulito e intelligente.\"
Se ti proponessero la regia di un film romantico o una commedia accetteresti?
M.S.: \"Ho fatto Francesco che è stato molto diverso dal genere che normalmente tratto per quanto, ovviamente, lho reso un po mio.
Lho romanzato, ma credo che sia anche quella una possibilità di raccontare una storia diversa, con uno stile che mi appartiene di più.
Una commedia comunque non la escludo.\"
Useresti sempre la chiave del sogno per raccontarla, pensi che sarebbe di uguale impatto anche per un film a tinte rosa?
M.S.: \"Secondo me sì. Non vorrei dire una marzullata ma il mondo onirico ci appartiene e nel momento in cui ci facciamo sfuggire i sogni, questi ci catturano. Sarebbe meglio non caderci dentro scordandosi di vivere, ma non si può vivere senza di essi.\"
Sei conosciuto come il regista gotico, lerede di Dario Argento...
M.S.: \"Sì e chiaramente ho ereditato qualcosa da lui: è stato la mia scuola, un maestro. Quando lho incontrato, ero molto incuriosito dal suo cinema: volevo conoscere chi lo faceva, perché usava una tecnica anziché unaltra, come.
Si, sono figlio dinon lo nego, non lo nascondo e non vedo anche perché non dovrei approfittare dei preziosi insegnamenti che mi ha dato.\"