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Life as a house

Ambientato sulla costa della California del Sud, la pellicola racconta una storia drammatica evitando però eccessi di retorica: in questo caso enfasi e umorismo convivono in equilibrio.

Life as a house

14.04.2003 - Autore: Adele de Gennaro
Presentato in anteprima agli Screenings dautunno di Chianciano, Life as a house arriva nelle sale italiane il prossimo 11 gennaio e, cè da scommettere, saranno in molti ad emozionarsi con un film capace di arrivare al cuore del pubblico. Diretto e prodotto con Rob Cowan da Irvin Winkler (lo stesso di Indiziato di reato e A prima vista ), il film è interpretato da Kevin Kline, Kristin Scott Thomas ed il giovane Hayden Christensen. Ambientato sulla costa della California del Sud, Life as a house racconta una storia drammatica evitando però eccessi di retorica: in questo caso enfasi e umorismo convivono in equilibrio. Scritto da Mark Andrus, il film ha per protagonista George Munroe (Kevin Kline), un architetto che dopo il divorzio dalla moglie, Robin, ha continuato a vivere in una baracca fatiscente in cima a una scogliera, un vero pugno negli occhi per i suoi vicini di casa che cercano di ribellarsi a tale scempio urbanistico. Ma i problemi veri iniziano quando George viene licenziato inaspettatamente dopo ventanni e, dopo aver sfasciato mezzo ufficio, è colto da un malore. La sua vita va in pezzi: luomo scopre di avere un male incurabile. Probabilmente gli resta poco da vivere ed è per questo che decide di passare la sua ultima estate dedicandosi alle due cose più importanti e trascurate della sua vita: il figlio sedicenne Sam (Hayden Christensen) che vive con la madre e il progetto di ricostruzione della casa paterna, rimasto sulla carta per tanti anni. Ma per costruire da zero un rapporto con un figlio, vissuto sino a quel momento con unaltra famiglia, non bastano le buone intenzioni e George avrà il suo bel da fare. Sam, infatti, vive in un mondo tutto suo e in genere passa le ore chiuso in camera ad ascoltare la musica di Marylin Manson. Un ragazzo difficile, non tanto per il suo abbigliamento dark e i piercing, quanto per i suoi problemi con la droga che lo spingono a bruciarsi precocemente. E certamente si comprendono le sue reazioni, quando viene catapultato dalla casa della madre, una tipica abitazione da upper class, alla baracca di un padre che non ha mai amato e conosciuto davvero. Ma George non può aspettare e usa tutti i mezzi possibili per far breccia nel cuore di Sam. Padre e figlio iniziano così a costruire insieme la casa che luomo intende lasciare a Sam dopo la sua morte e, pian piano, cambiano molte cose anche grazie al riavvicinamento tra George e Robin Non diciamo di più, anche se il finale è prevedibile, ma quello che va sottolineato è che si tratta davvero di un bel film, non esente da imperfezioni, ma capace di toccare le corde giusto. Nonostante il tema, nelle due ore di Life as a house cè spazio anche per lumorismo (la storia tra lamico di Sam e la madre della sua ragazza è uno dei momenti più leggeri del film), si ride con gusto per gli sviluppi di certe situazioni, ma allo stesso tempo qui e là aleggiano reminiscenze di American Beuty e Winkler è bravo a scoperchiare il torbido senza inutili compiacenze. Certo, si resta un po perplessi davanti allimprovvisa metamorfosi di Sam, così come risulta poco credibile il suo allontanamento dalla droga dopo pochi giorni passati con il padre, ma in compenso non ci sono trucchi da fazzoletti e, se vi aspettate scene di ospedali, flebo, ambulanze e cose del genere, per fortuna non troverete nulla di tutto questo. Kline ci regala una delle sue migliori interpretazioni, la Scott Thomas è più che convincente ed il giovane Hayden Christensen (George Lucas lo ha scelto per il ruolo di Anakin Skywalker nei prossimi Guerre Stellari 2 e 3 ) rivela una apprezzabile intensità espressiva. Da citare tra gli altri attori del cast Mary Steenburgen e Jena Malone (rispettivamente nei ruoli di madre e figlia, vicine di casa di George) e Scott Bakula (il simpatico poliziotto).  
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