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Le avevamo tanto amate

Le casalinghe di Wisteria Lane, il Dottor House, gli ex specializzandi del Seattle Grace. Dovremo salutarli tutti. Inizia la stagione delle final season. Ma cosa succederà dopo?

Desperate Housewives 8

24.11.2011 - Autore: Valeria Roscioni
Quello con cui finirà la stagione televisiva in corso sarà forse il cliffhanger più grande della storia della TV. Cosa succederà al piccolo schermo ora che le serie che ne hanno determinato la Golden Age volgono al termine? In confronto scoprire chi ha sparato a J.R. è davvero poca cosa. I modi sgarbati di House, le manie di perfezionismo di Bree, l’atmosfera da Beautiful del Seattle Grace non solo sono entrati nel cuore di milioni di spettatori diventando per loro familiari, ma hanno anche fatto scuola segnando l’epoca della grande qualità, del mix di generi, dei dialoghi curati.

Niente sarà più come prima. E su questo la serialità ha sempre parlato chiaro: terminati gli show diventati cult c’è sempre stata la fine di un genere per come lo si conosceva. La parabola iniziata con Beverly Hills 90210  e terminata con Dawson’s Creek ha determinato la fine di un modo di concepire il teen drama che neanche gli eventuali sequel sono riusciti a resuscitare per quel che era. Per questo una volta che la deriva di E.R. ha portato a Grey’s Anatomy (e quindi anche a Privacte Practice) per il lato rosa, e al Dottor House se consideriamo quello giallo, la certezza è che non si tratta di un arrivederci ma di un addio. L’era si chiude: Lipstick Jungle non riuscì a sostituire Sex and the City e il pubblico preferì le repliche delle avventure del caro vecchio quartetto.

Nessuno si aggirerà mai come nei perbenisti vialetti di Wisteria Lane, né ci sarà voce narrante più perspicace di Mary Alice Young. Perché dopo Ally McBeal il legal ha dovuto lottare e prendersi il suo tempo prima di arrivare alle eccellenze di The Good Wife. Si tratta di prodotti di serie, non in serie: Lost rimarrà figlio unico nonostante J.J. Abrams sia un papà davvero prolifico.

Ma noi spettatori, così, rischiamo di rimanere orfani. Nebbiose le prospettive che si profilano all’orizzonte. Da una parte ci sono la Cable, HBO in testa, sempre pronte a regalare prodotti di grande qualità in grado di rivaleggiare col grande schermo, show che per definizione sono però un vero e proprio unicum, dall’altra i Network con i loro palinsesti ancora da scoprire. In mezzo una serie di volti noti, ormai identificabili con i propri personaggi al punto da rischiare la crisi di identità, attori validi che non possiamo accettare di perdere di vista ma che faticheremmo a considerare in panni del tutto diversi da quelli che ce li hanno fatti diventare cari. Grazie a loro la tendenza che portava gli attori del piccolo schermo a diventare delle star del cinema ha invertito la rotta provocando una sorta di migrazione di ritorno a cui dobbiamo tanti interpretazioni magistrali da Glenn Close in Damages fino ad arrivare al Nucky Thompson di Buscemi.

Così, mentre Pan Am e American Horror Story muovono i loro primi, e nel primo caso incerti, passi, rimaniamo incollati al piccolo schermo chiedendoci cosa sarà do noi, malati di serial, e se l’addio sarà all’altezza del primo folgorante incontro.

Aprono le danze: Marcia Cross, Teri Hatcher, Felicity Huffman ed Eva Longoria Parker con la new entry dello scorso anno Vanessa Williams. A partire da mercoledì 30 novembre alle 21.55 su FoxLife Desperate Hosewives apetta tutti tra le siepi ben curate per un’ultima stagione di amore, amicizia, pettegolezzi e misteri.

Chi se ne va che male fa…

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