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L'ascesa di Asia Argento

Da quando giocava a palla con Nanni Moretti in Palombella Rossa ne ha fatta di strada. Adesso Asia calca la scena di Hollywood, sforna blockbuster e sfila a Cannes sotto l'egida di Romero e di Gus Van Sant

asia argento

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Asia Argento, figlia della Nicolodi e del maestro dell’horror italiano, cresciuta a celluloide e crioisette, adesso attrice affermata in patria e oltreoceano, regista, sceneggiatrice, dark lady, madre e forse qualcos’altro. Da quando giocava a palla con Nanni Moretti in Palombella Rossa ne ha fatta di strada. Adesso calca la scena di Hollywood, sforna blockbuster come XXX a fianco del pompatissimo Vin Diesel ma può anche sfilare a Cannes sotto l’egida di Romero e di Gus Van Sant.
I suoi film più attesi sono infatti Last Days, del regista di Elephant, dove si celebra il mito maledetto di Kurt Kobain, e La terra dei morti viventi, ennesimo capolavoro splatter di George A. Romero.

L’esordio di Asia Argento risale al 1984, quando diretta da Sergio Citti entra nel cast di Sogni e bisogni. Gira con Cristina Comencini Zoo e La chiesa con Michele Soavi. Il successo e la notorietà arrivano nel 1992 con il film di Michele Placido Le amiche del cuore, nel frattempo lavora con il padre ad una serie di film non proprio eccellenti ma fortunosamente distribuiti all’estero. Verdone la sceglie per il ruolo di Arianna in Perdiamoci di Vista e nel 1997 Peter Del Monte le fa vincere il David di Donatello per Compagna di Viaggio. Alle spalle già due Ciak, vinti a soli dodici anni, e una Grolla d’Oro. Asia recita in francese ne La regina Margot e nella megaproduzione de I Miserabili.

Il debutto come regista è del 1994 con il cortometraggio A ritroso, a cui segue una lunga serie corti tra cui l’acclamato Abel ama Asia, cronaca di un’amicizia con il regista Abel Ferrara, che nel 1998 si aggiudica il premio alla regia del Festival di Roma. Nello stesso anno esce New Rose Hotel, di Ferrara appunto, in cui Asia interpreta Sandii, dissoluta complice di due avventurieri del traffico multinazionale. Un film “dal fascino trucido, perverso e delirante” dirà Morandini, che scolpisce nell’immaginario collettivo l’immagine di un’Asia Argento tra il cyberpunk e la depravazione.

Dopo la gavetta dietro la macchina da presa (gira dei videoclip per un album di Loredana Bertè) nel 2000, finalmente, può firmare il suo primo lungometraggio: Scarlet Diva, croci e delizie di un’attrice all’apice del successo e sull’orlo dello sbando. Nel 2004 dirige e interpreta Ingannevole è il cuore più di ogni cosa, tratto dal romanzo di J.T. Leroy (con cui si dice abbia avuto una storia).