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L'Apocalypto di Gibson

Attori non protagonisti e sottotitoli per pochi dialoghi, parlati nell'antica lingua Maya di Yucateco, questi sono alcuni degli elementi che già preannunciano un interesse non trascurabile, verso questo nuovo e potente film di Mel Gibson

Mel Gibson - Apocalypto

12.04.2007 - Autore: Valentina Grassi
Nelle lontane Americhe di 600 anni fa, non ancora visitate dai conquistadores spagnoli, è ambientata la nuova prova di regia di Mel Gibson, firmata ‘Apocalypto’. La pellicola, prodotta dallo stesso regista e da Bruce Davey, affronta il tema del giudizio universale, sullo sfondo dell’antico 1400, secondo le vecchie leggende Maya, che concedono un tono di misticismo, all’intera storia. Attori non protagonisti e sottotitoli per pochi dialoghi, parlati nell'antica lingua Maya di Yucateco, questi sono alcuni degli elementi che già preannunciano un interesse non trascurabile, verso questo nuovo e potente film, dopo gli onori e le polemiche de ‘La passione di Cristo’.

Per Gibson, il legame tra film e lingue antiche sembra, comunque, essere diventato un marchio della sua nuova carriera da regista, infatti, 'Apocalypto', segue le orme de ''La passione di Cristo', pellicola co-scritta, prodotta e diretta nel 2004, ed interpretata in lingua aramaica, ebrea e latina. Nel nuovo film, si susseguiranno molte scene d’azione e d’avventura, suggellate dall’interpretazione soprattutto di indigeni e messicani, ingaggiati fra Mexico City e Yucatan, in un mix tra genere epico e thriller, leggenda e tradizione.

Dunque, un film sui Maya e sul loro misterioso declino, prima della conquista spagnola, ambientato durante il periodo di massimo splendore del regno di questo popolo, vissuto in america latina. Se l’uscita della pellicola è prevista nelle sale americane per l'estate del 2006, in Italia dovrebbe arrivare in autunno. Secondo le previsioni, le riprese sono iniziate a novembre e si protrarranno per cinque mesi, alternandosi tra la giungla e l'interno della cittadina Meso-americana, ricostruita poco distante da Veracruz, per opera di uno staff di esperti ed abili ingegneri, che si sono ispirati alle rovine della civiltà Maya. Una civiltà che Gibson è deciso ad indagare nel suo profondo, nelle sue origini e nelle sue tradizioni, fino alla sua fine, con l’arte del realismo e della sensibilità, grazie all’ausilio di immagini forti e ad un utilizzo preponderante della musica, che incornicerà l’intera vicenda in modo magistrale. Il regista, ha descritto la storia del film come una storia incentrata su un uomo e la sua donna, suo figlio, suo padre e la sua comunità, che vivono in una situazione molto difficile e che li porta a superare diversi ostacoli; in questo senso la considera una vicenda universale.

La parola Apocalypto viene dal greco e significa ’scoperta’ e ‘nuovo inizio’, ed è stata scelta come titolo del film nell’intenzione di voler comunicare proprio un concetto universale, che la pellicola avrà il compito di consegnare al pubblico. In occasione della presentazione di questa nuova opera, Mel Gibson ha annunciato e precisato di essere intenzionato a non voler tornare più sul set, davanti alla macchia da presa, nelle vesti di attore, ma solo dietro, come regista, e sembra che fino ad ora, le sue doti, non abbiano deluso le aspettative, visto il clamore seguito a ‘La Passione di Cristo’, che ha fatto parlare di sé, non poco, aggiudicandosi il merito di essere uno dei film più controversi della storia del cinema.