E’ uno dei registi italiani più conosciuti e apprezzati all’estero, reso celebre da film impregnati della suggestiva atmosfera del ricordo e caratterizzati (quasi tutti) dalla ricerca intimista e psicologica dei personaggi: La casa dalle finestre che ridono (1976), Il Testimone dello sposo (1997; nomination al Golden Globe e all’Oscar), il delicato capolavoro intitolato Il cuore Altrove, con Neri Marcoré e Vanessa Incontrada. Parliamo di Pupi Avati , che abbiamo incontrato in occasione del lancio del nuovo palinsesto di Sat2000, emittente visibile sia sul digitale terrestre che sul satellite (canale 818 di SKY).
Nell’ambito di un rinnovamento editoriale, a partire da gennaio, il canale ospiterà un progetto concepito e curato dal regista per la televisione. Si intitola A Est di dove ed é un programma che, sulla scia del precedente, Che cosa ne sai dell’Africa?, inedito racconto dal Continente Nero, indagherà i paesi dell’Est Europa per capire come é cambiata la vita dopo la caduta del muro di Berlino.
Qual’è il suo rapporto con la televisione?
Sto vivendo un rapporto molto complicato con la televisione, o meglio, con il modo in cui si fa televisione oggi in Italia. Più di dissenso che di consenso. Sono andato alla ricerca di un mio spazio all’interno di questo mondo e mi è piaciuta la filosofia di Sat2000, quella di una ‘televisione in piedi’.
Cosa é la 'televisione in piedi'?
Una tv che non sta in cielo, ne' in terra. Sta in mezzo a noi e racconta senza pietismo e senza fare prediche.
Ci parli del suo programma
Sono 60 puntate, di 60 minuti ciascuna, realizzate per raccontare attraverso le immagini e la viva voce dei protagonisti la gente che vive al di là della cortina di ferro, del muro di Berlino, la cui presenza, nonostante l'abbattimento, si avverte ancora. Durante i nostri sopralluoghi, abbiamo notato l’insofferenza di questi popoli nel sentirsi definire come gente dell’est.
Come si sviluppa ‘A Est di dove’?
Soprattutto attraverso interviste, durante le quali abbiamo chiesto a questa gente come sono stati gli ultimi dieci anni, il loro presente e gli obiettivi futuri.
Può darci qualche anticipazione?
Vivremo praticamente un mese in Romania, a stretto contatto con una signora che dopo 6 mesi di permanenza in Italia, é stata costretta a tornare in patria perché al marito non é stato rinnovato il permesso di soggiorno. Assisteremo all’organizzazione del matrimonio della figlia, occasione unica per vedere l’incontro tra le tradizioni rumene e gli insegnamenti tratti dal soggiorno seppur breve in Italia. Lo stile sarà lo stesso di ‘Che cosa ne sai dell’Africa?’ che, con 24 puntate girate in Kenia, ha voluto raccontare l’Africa che reagisce da sola, senza contare sugli aiuti umanitari. Senza troppe immagini di bambini con le mosche intorno alla bocca; per mostrare un Africa in piedi.
Nel frattempo, ricordiamo che l’ultimo film di Pupi Avati, La seconda notte di nozze, reduce dal successo tributatogli al Festival del cinema di Venezia, sarà nelle sale a partire dall'11 novembre. Girato esclusivamente in Puglia (tra Fasano, Ostuni e Monopoli) ne sono protagonisti Antonio Albanese, Neri Marcorè, Katia Ricciarelli, Marisa Merlini e Angela Luce.


NOTIZIE
La tv secondo Pupi Avati
La televisione pensata e fatta dal regista Pupi Avati. Che firma una serie di documentari che raccontano il mondo e la gente dell'Europa dell'est.

12.04.2007 - Autore: Rossana Cacace