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La rosa bianca

L'inquisizione di Sophie Scholl, l'eroina dell'antinazismo, rende il film un omaggio alle parole, più che alle immagini. Da venerdì nelle sale italiane

LA ROSA BIANCA - SOPHIE SCHOLL

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Sophie Scholl 
Regia: Marc Rothemund  
Con: Julia Jentsch, Alexander Held, Fabian Hinrichs, Johanna Gastdorf, André Hennicke, Florian Stetter  

A Monaco, nel 1943, un coraggioso gruppo di studenti universitari decide di ribellarsi al giogo nazista. Nasce così la Rosa Bianca, un movimento di dissidenza politica all’interno dell’ancora potentissimo Terzo Reich.  

Il 18 febbraio 1943 Sophie Scholl (Julia Jentsch), unica ragazza del movimento, e suo fratello Hans vengono scoperti ed arrestati mentre distribuiscono volantini. Il film racconta gli ultimi cinque giorni di Sophie Scholl e il suo terribile interrogatorio, che si trasforma nel devastante duello psicologico con Mohr, irreprensibile ufficiale della Gestapo, interpretato magistralmente da Alexander Held.  

L’inquisizione di Sophie Scholl rende il film un omaggio alle parole, più che alle immagini. Mentendo e negando, attaccando e difendendo, attraverso sottili strategie psicologiche e ardite provocazioni, l’eroina dell’antinazismo rappresenta il trionfo del coraggio ed è un inno potentissimo alla libertà. È per questo che il suo inquisitore e carnefice Mohr si sente attratto da lei, ammirato e allo stesso tempo spaventato da una forza così diversa da quella del potere costituito.  Ma nonostante il rapporto umano che nasce tra i due, l’obbedienza al Reich e l’indelebile indottrinamento dell’ufficiale daranno al processo l’esito più scontato.  Il movimento antinazista della Rosa Bianca è stato per molti anni un argomento trascurato in Germania. Nel 1982 Michael Verhoeven aveva voluto girarne un film che aveva incontrato non poche difficoltà e altrettante critiche, non solo da parte degli addetti ai lavori. Marc Rothemund si è sentito in dovere di chiedere a Verhoeven il permesso ad affrontare di nuovo il tema della Rosa Bianca, e il regista ha reagito con entusiasmo, sottolineando l’importanza delle nuove generazioni nel difficile lavoro di mantenere viva la memoria di un passato così prossimo e dolente.  
Per resuscitare il personaggio di Sophie Scholl il regista e lo sceneggiatore Fred Breinersdorfer hanno potuto attingere a materiali inaccessibili fino agli anni Novanta, come ad esempio la trascrizione dei verbali degli interrogatori della Gestapo e alcuni degli atti processuali contro gli esponenti di spicco della Rosa Bianca.  
Il film comincia a far discutere anche in Italia, dove in diverse università si accendono i dibattiti su questo movimento dissidente antinazista, in molti casi dimenticato dalla storiografia.