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La Rivoluzione della continuità

Sanremo 2004 è nato all'insegna della rivoluzione. Tra polemiche, litigi, critiche e promesse, strizzando naturalmente l'occhio a sua maestà "audience", tutto sembra confermare l'antico teorema secondo cui "per cambiare le cose basta lasciarle come sono".

Sanremo 2004

12.04.2007 - Autore: Paolo Di Caprio
Nella kermesse di Mr Tony Renis, mentre da mesi è stato annunciato che sarebbe stata rivoluzione totale, non sembrano mancare gli ingredienti tradizionali che da ben 54 anni fanno ripetere alla soglia della primavera: perché Sanremo è Sanremo!   A cominciare dalla polemica feroce – più d’una in verità: Renis/major discografiche, Renis/Codacons, Renis/Ramazzotti, Renis/Ventura – per finire (si fa per dire) alle critiche sulle scelte musicali, quando ancora nessuna nota è volata nell’etere, o all’attenzione maniacale per la scelta degli ospiti-contorno dello spettacolo televisivo. Per amore, s’intende, dell’ultimo punto di share da far guadagnare a Raiuno in una stagione televisiva bollente.   La premessa farebbe dire: niente di nuovo. Qualche perplessità, invero, rimane in attesa dello scioglimento dei nodi. Su tutte, una contraddizione evidente: due mesi fa, al momento del discusso annuncio dei cantanti in gara, quasi tutti alle prime prove discografiche o comunque non proprio di specchiata fama, Renis ha sbandierato l’imperativo “musica al centro dell’evento”, sostenuto da tanto di ritiro preparatorio degli artisti al CET di Mogol.   Successivamente l’attenzione è stata febbrilmente spostata sull’evento televisivo: l’ingaggio di Horvitz, regista della Notte degli Oscar Americani, per la video-consulenza alle esibizioni (pare abbia ideato l’effetto video-clip per ognuna delle 22 canzoni in gara) e di Luca Tomassini, coreografo delle dive, per studiare look e movimenti sul palco dell’Ariston.   Lo stesso Teatro Ariston è stato piegato all’esigenza della più grande scenografia mai progettata per uno spettacolo televisivo da Gaetano Castelli. E che dire dell’orchestra, nutrita di ben 81 elementi? Per ospitarli è stato necessario togliere otto file di poltrone in platea e palchetti laterali.   Il festival della grande contraddizione ha però già la sua risposta, facilmente intuibile: il big-patron ha previsto che le scelte musicali più giovanili (ndr Dj Francesco, Piotta, Db Boulevard, Meneguzzi, Groff) non garantiscono l’Audience alla quale, nonostante tutto, la Rai per amore della musica non è disposta a rinunciare.   E sa bene che escludendo dalla gara quei campioni che formano lo zoccolo duro della kermesse, che non vuol dire assenza di qualità, potrebbe penalizzre l’appeal televisivo dell’evento.   segue
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