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La rivincita del fai da te

Suits rilancia il mito della seconda opportunità tra avvocati improbabili e spietati.

Suits

12.08.2011 - Autore: Alessia Laudati
Belli ma non infallibili, spietati ma con un codice personale integro e funzionante. Freddi calcolatori ma pronti ad interagire umanamente con il cliente più simpatico e ricco. Simboli, facciate, che svelano che niente è come sembra soprattutto nel mondo dell’avvocatura di New York. Il tripudio delle apparenze, la rivincita del nulla, si chiama Suits - Legal Mind, serie tv andata in onda su Usa Network nel 2010.

Mike Ross (Patrick J. Adams) uno sperduto ragazzo, finisce casualmente, scappando da un losco affare di droga nel quale è coinvolto, nello studio lustrato a dovere di uno degli avvocati più affermati e impavidi di New York in cerca di soci: Harvey Specter (Gabriel Macht). L’uomo giusto al momento perfetto perché Harvey Specter ha smarrito l’entusiasmo per la professione e intravede nell’incredibile memoria fotografica di Mike, giovanotto senza nessun titolo o esperienza per esercitare la professione di avvocato, un seme grezzo di genialità che lo incuriosisce e lo porta ad assumerlo nel prestigioso studio dove lavora. Ma Mike è esattamente una possibilità di diventare qualcuno e sul curioso rapporto conflittuale tra mentore e discepolo, uno più dotato dell’altro, si instaura l’equilibrio della serie.

Dopo White Collar, ritorna prepotentemente in Suits la figura dell’autodidatta a cui viene data una seconda possibilità di sfruttare le proprie capacità in maniera anticonvenzionale e avere successo dove prima si era fallito. La second chance è però ostacolata dai meccanismi tradizionali del raggiungimento della meta,  incarnati nel rivale di Harvey, Louis Litt, invidioso del nuovo ragazzo venuto dal nulla e dal rigido prontuario di regole e codici dell’avvocatura che Mike e Harvey dovranno prontamente sviare. Il filone della serie sembra propizio e anche l’episodio pilota di Suits promette storie ben congegnate e un certo tono anticonformista nei confronti del mondo accademico della facoltà di legge di Harvard, ma nonostante il luccichio appetitoso del tema della seconda possibilità, che ogni spettatore sogna per sé, il risultato è un’illusione primigenia che non mina il muro di personaggi caratterizzati dalla solita fame di successo e pochezza d’animo.