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La regia televisiva del Terrore

La regia televisiva del Terrore

La regia televisiva del Terrore

14.09.2001 - Autore: Alessandro Lombardi
Pochi minuti dopo la prima esplosione, poco dopo che il primo aereo della American Airlines, da Boston, colpisse la prima delle Twin Towers, CNN era live dallo skyline. Tragedy in New York. La notizia che viene data è quella del disastro aereo, un elicottero dellemittente si piazza a mezzaria, riprende il fumo della torre colpita. Da studio, pensano a cosa commentare. A cosa dire. Limmagine a pieno schermo è quella ripresa dallelicottero.   Alle nove di mattina tutto il mondo stava guardando il rivolo di fumo che la prima delle torri gemelle stava vomitando verso il cielo, da quella inquadratura. Su sfondo azzurro un secondo aereo, United Airlines, gira il muso e punta dritto alla seconda torre. Stavolta è diverso, le telecamere sono appostate, i giornalisti sono al completo, il mondo è collegato.   La situazione prende proporzioni inaspettate. E il pathos della tragedia, che colpisce lo spettatore allimprovviso, coinvolgendolo fino allosso. Il commentatore della CNN, e sono passati quindici minuti dalla prima bomba sul cielo di New York, non è più solo. Tutte le emittenti del americane, da FoxNews a MSNBC, seguite a ruota dalle tv di mezzo mondo, sono lì, a guardare, e a cercare di capire, le immagini CNN. Il disastro aereo ha altre cause che il caso, lerrore. Il disastro è premeditato. Così, cambia il titolo. Non più Tragedia a New York ma America under attack. Un titolo bianco, su sfondo rosso e blu a richiamare la bandiera americana.   Unora. Questo il tempo che intercorre tra il disastro delle torri e il terzo attacco, al Pentagono. Unora di parole costernate e preoccupate, ma soprattutto, ignare. Stessa costa, qualche chilometro più a sud, Washington DC. Il simbolo dellinattaccabile potere strategico e militare occidentale viene trafitto al cuore. Il Pentagono brucia, le immagini strette intorno agli scheletri delle due torri fumanti del World Trade Center staccano sullala ovest del Pentagono.   Il commento è solo in mano alle immagini, che significano più di ogni interpretazione critica. Il centro di New York, lisola di Manhattan, è in fiamme, colpita da due aerei bomba. Il Pentagono brucia. LAmerica è stata attaccata, al suo cuore. Unora, unora di diretta tv da far venire i brividi. Il ritmo è incessante. 8:45, 8:57, 9:43. Poco dopo si conosce che un quarto aereo-bomba, diretto non si sa dove, è caduto in Pennsylvania, forse abbattuto, con tanto di equipaggio e passeggeri.   Oggi è mercoledì ed è passato solo un giorno. E CNN ha insegnato qualcosa. Ha insegnato come un gruppo di pazzi terroristi possano scrivere, sceneggiare mandare in onda e in diretta mondiale una tragedia. Come in un thriller cinematografico, in ogni produzione illuminata, la precisione è la forza di tutto. Prima, la torre nord. Poi, un quarto dora dopo, in coincidenza con laereo da Boston, la torre sud, quando già tutti sono incollati allo schermo. Le due torri, boom. LAmerica trema, inorridisce, piange. Non è finita, tre quarti dora e il Pentagono, boom. Non è finita. 10:05 La prima torre crolla. 10:26. La seconda torre crolla.   CNN, lopinione pubblica, finisce nel caos. America under attack. Si pensa alla terza guerra mondiale. Il rischio di enfatizzare mediaticamente levento cè ed è grosso. Bush parla di Atto di guerra. Il presidente americano entra nel centro della scena, preannunciando il suo ruolo futuro in questa tragica sceneggiata tanto reale quanto mediatica. E a lui che spetterà rispondere. E su di lui che le televisioni del pianeta punteranno i loro riflettori. Bisogna ricordare che la tragedia, come anche questa, ha un inizio ed una fine.   Una sceneggiatura terroristica e diabolicamente infame come questa va capita, non seguita. Non è una guerra tra popoli, non una guerra di religione, non una guerra tra diverse etnie. E un atto di guerra non convenzionale, dove la televisione ed i media sono parte integrante della strategia del terrore.   Uno scenario dove quella bomba volante guidata da un kamikaze impazzito, deve essere ripresa, diffusa, commentata, mediatizzata. Per esistere. Per essere rappresentata nella sua completezza.
FILM E PERSONE