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La presidente ABC vuole un revival di Lost, ecco perché siamo certi che si farà

Quello dei revival TV è diventato un giro d'affari imponente. La domanda è, dunque, perché Lost non sia tornato prima

Lost

07.02.2019 - Autore: Marco Triolo
“We have to go back!”. Lo gridava, notoriamente, Jack Shephard nel celebre finale della terza stagione di Lost. E lo sta probabilmente gridando ogni sera, prima di andare a dormire, la presidente di ABC Karey Burke, che non vede l'ora di tornare all'isola – non quella dei famosi, quella creata da J.J. Abrams e Damon Lindelof nella celebre serie TV.
 
Nel corso di un panel della Television Critics Association, ABC ha mostrato un montaggio di scene provenienti da serie della rete che iniziava proprio con la famosa battuta pronunciata da Matthew Fox in Lost. Inevitabile la domanda della stampa: si trattava per caso di un indizio su un futuro ritorno della serie? “Mi piacerebbe molto. Sarebbe una cosa che mi interesserebbe vedere. Letteralmente, a questo punto, è quello che sogno quando vado a letto”. Il problema? Per ora si tratta di sogni, e basta. “Non ne ho ancora parlato con Carlton [Cuse, ex showrunner con Lindelof], o J.J. Abrams o gli ABC Studios. Ma spesso mi chiedono quale serie rilancerei e la mia risposta è Lost”.

Ora, analizziamo perché, anche se non c'è alcun movimento ufficiale verso un reboot di Lost, questa affermazione è comunque importante. Burke è la presidente di ABC Entertainment. Non si tratta di un produttore a caso o di un membro del cast che sogna di tornare al ruolo che lo rese celebre per mancanza di lavoro (praticamente tutti tranne Evangeline Lilly), si tratta del boss della rete. E non sta solo dicendo che Lost è una delle serie che le piacerebbe far ripartire. Sta dicendo che Lost è LA serie, il suo sogno. La scelta numero uno.
 
Torniamo un attimo indietro, all'estate 2017. Damon Lindelof aveva rilasciato delle dichiarazioni che già aprivano la strada a un revival. “Sarebbe davvero emozionante se ci fosse un'altra incarnazione di Lost, ma io non vorrei farne parte. Non perché sono troppo bravo, ma perché penso che abbiamo lavorato così duramente per concludere la nostra storia, che sarebbe frustrante tornare indietro e dire, 'Beh, quello non era il vero finale'”. Per questo, “spero che chiunque lo faccia non riprenda i personaggi del Lost originale”. Ma comunque il creatore dà la sua benedizione a qualunque nuovo autore intenda mettere le mani sull'isola.

Ci sono stati casi più improbabili in cui un revival è comunque avvenuto. Qui abbiamo il benestare dell'autore, una presidente che spinge per realizzare il progetto e, soprattutto, una serie che lascia ampiamente spazio a nuovi personaggi e nuove avventure nello stesso universo. Chiaro, c'è anche chi dice (sono molti, in realtà) che il finale di Lost non sia un vero finale, anche perché il mini-episodio uscito in DVD lasciava aperte le porte a una continuazione. In questo caso, ABC potrebbe anche esplorare l'idea di una serie di film per la TV che portino avanti la saga recuperando vecchi volti noti ai fan. Ma in effetti ha ragione Lindelof: sarebbe meglio vedere un cast tutto nuovo alle prese con gli stessi problemi, e magari chissà, rivelare finalmente qualcosa di più concreto sull'isola stessa.
 
Il business dei revival, negli ultimi anni, è diventato estremamente redditizio per i network americani. Pensiamo solo ai successi di Pappa e ciccia (e il suo spin-off The Conners), X-Files e Will & Grace. Il potere della nostalgia, lo stesso che spinge parecchie rockstar sull'orlo della pensione a rispolverare le giacche di pelle e i capelli cotonati, ha ormai preso il sopravvento sulla programmazione. La questione, dunque, non è più se il revival di Lost si farà o meno, ma quando. E soprattutto: perché non sia stato fatto prima.