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La Passione degli uomini

Per dodici anni il regista ha lavorato a questo, e se la sua speranza era quella, come egli stesso ha detto,di comunicare al mondo un messaggio di tolleranza, di amore e di perdono, il messaggio è forte e chiaro.

The passion

05.04.2004 - Autore: Giulia Villoresi
Dal sette aprile a tutti gli italiani sarà dato di metter bocca, finalmente, su \"La Passione di Cristo\". Ma non si tratta soltanto di metter bocca, la faccenda è assai meno frivola. Sarà il momento in cui tutti dovremo misurarci con il promemoria dei nostri misfatti. Negli Stati Uniti sono stati chiamati in causa pensatori, illustri teologi, personalità cattoliche ed ebraiche, ma anche tutti quegli americani che una volta finita la proiezione si sono riversati in strada e hanno espresso la loro indignazione o il loro entusiasmo. Le notizie di cronaca poi sfiorano quasi la leggenda: due vittime di infarto durante la crocifissione, un paio di svenimenti, addirittura un omicida che uscito dalla sala è corso a confessare il suo crimine. E poi le accuse di antisemitismo, di fanatismo, di violenza gratuita. Viene da pensare che non sia il prodotto cinematografico a turbarci tanto, ma il prodotto morale. L\'impeto così accalorato con cui tanti hanno alzato la voce sembra rivelare una necessità recondita di accusa e di autodifesa. Di fronte alla crocifissione del figlio di Dio, sediamo tutti al banco degli imputati, ma ancora di più: di fronte alla morte di un innocente, dobbiamo sentirci tutti colpevoli. È forse questo il meccanismo che a noi risulta tanto insopportabile. La messa a morte del Cristo diventa un monito per tutti, e non solo per i credenti. Il corpo che vediamo flagellato non è soltanto il corpo del Gesù Salvatore, ma è il corpo del Gesù Uomo, carne e sangue, e nel film di Gibson egli non muore soltanto in remissione dei peccati, ma per ricordarceli eternamente. Non è il sacrificio di uno ma la malvagità di molti, non la colpa dei farisei ma il crimine dei popoli. Per dodici anni il regista ha lavorato a questo, e se la sua speranza era quella, come egli stesso ha detto,di comunicare al mondo un messaggio di tolleranza, di amore e di perdono, il messaggio è forte e chiaro. È questo un requisito che va al di là del valore cinematografico di una pellicola.