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La Nouvelle Vague

La Nouvelle Vague

filmstudio

12.04.2007 - Autore: Sara Rosato
La nouvelle vague ha mostrato che luniverso morale del cinema è il suo stile. La nouvelle vague ha indicato nella scrittura il valore innovativo dellarte cinematografica. La nouvelle vague ha dimostrato che si possono fare film straordinari con pochi mezzi. Senza la nouvelle vague non ci sarebbe stato forse il 68. Senza A bout de souffle, Le quatrecents coups, Adieu Philippine non ci sarebbe stato forse il Maggio francese.   Così lAssessore alle Politiche Culturali Gianni Borgna presenta questunica ed interessante retrospettiva dedicata alla Nouvelle Vague, in programma dall8 maggio al 2 giugno nelle due sale storiche del Filmstudio. Il programma comprende 60 film di 27 autori, con la proiezione di opere ormai entrate nella storia del cinema, alcune delle quali mai proiettate in Italia. La Nouvelle Vague francese è stato il movimento più rivoluzionario del dopoguerra, che ha cambiato le regole stilistiche del cinema.   Tutti i film proiettati costituiscono un percorso criptico, che parte dai punti di riferimento ideati dalla Nouvelle Vague, cioè Rossellini con Europa 51, Bergman con Monica e il desiderio (Sommaren med Monica), e Jean Renoir con il film culto Boudu salavto dalle acque (Boudu sauvé des eaux), tre cineasti che hanno cominciato la loro carriera come critici, come studiosi dellestetica cinematografica e sono poi naturalmente approdati alla regia.   Infatti la Nouvelle Vague è, allinizio, unespressione giornalistica non legata in modo particolare al cinema. Francoise Giroud nel 1957 aveva pubblicato sul settimanale LExpress, di cui era caporedattrice, una serie di articoli sui mutamenti di costume delle nuove generazioni con lobiettivo di presentare uninchiesta sociologica. Il suo tema principale riguardava lavvicendamento generazionale che, nel cinema, era diventato di cruciale importanza. I risultati dellinchiesta saranno pubblicati alla fine del 1957 con lo slogan La Nouvelle Vague arrive!   Nel 1959, al Festival di Cannes, Les quatrecents coups, il primo lungometraggio di Truffaut, selezionato inaspettatamente a rappresentare la Francia, e Hiroshima mon amour di Resnais, simporranno allattenzione della critica e del pubblico in tutto il mondo. Questi registi erano giovani innamorati del cinema che trascorrevano intere giornate a vedere film, imparando così il loro mestiere. Certo avevano alle spalle una rivista come i Cahiers du Cinéma, che ha dato loro la possibilità di mettere i propri pensieri su carta, di andare avanti nella loro strada. Ma ciò non sottovaluta lassoluta genialità di questi giovani impegnati, che hanno dato valore allarte del cinema, educando il pubblico a guardare un film in maniera diversa. La rassegna si propone di far conoscere ai giovani questi film consegnati alla storia del cinema come capolavori, dando la possibilità anche ai cinefili di vedere o rivedere molti film scomparsi dalla circolazione o mai apparsi nei circuiti tradizionali. Per loccasione hanno collaborato lAmbasciata di Francia e la Cinémathèque, donando delle copie originali.
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