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La felicita' non costa niente

Un film per chi ama guardarsi dentro, anche rischiando di non trovarci niente, per chi ama molto se stesso, anche rischiando di sacrificare gli altri.

La felicità non costa niente

12.04.2007 - Autore: Terry Marocco
Regia Mimmo Calopresti con Francesca Neri, Mimmo Calopresti e Vincent Perez   La felicità non costa niente? Nel suo nuovo film Mimmo Calopresti dice che può costare una lunga discesa verso il silenzio e la solitudine, un viaggio a volte irreale dove i suoi unici compagni sono un operaio morto sul lavoro e una donna misteriosa incontrata su un ponte, una notte. Sergio (il regista stesso, bel tenebroso in camicie bianche e pull neri Armani, che turbano) è un architetto affermato, ha una moglie carina (Fabrizia Sacchi), un figlio, unamante giovane, tanti amici (tra cui limmancabile Valeria Bruni Tedeschi), una vita tutta di corsa. Ma una notte la sua corsa si ferma. Basta una piccola stonatura, un brutto incidente in macchina, che lo porta a riflettere sullinutilità di tutto quello che ha. Lascia la moglie, lamante, gli amici, il lavoro e resta solo, in silenzio, dipingendo, vagando per la città. Per sentire quel qualcosa che ha dentro da tanto tempo, ma con cui non è riuscito a fare i conti. Nel suo vagare una notte incontra Sara (una bellissima Francesca Neri), anche lei sola, fragile, vittima di un matrimonio infelice, senza figli. O almeno così gli racconta. Si amano subito, con quel desiderio frenetico delle persone disperate e sensibili. Sergio ha bisogno di quellamore, se lo inventa, è felice, è tornato a vivere. Ma Sara improvvisamente scompare.   Bello, poetico, profondamente triste. Mimmo Calopresti entra nelle nostre paure, mette a nudo il bisogno di essere amati e alla fine ci fa vedere un po di luce, da una terrazza di Roma. La città è spesso vista dallalto, lontana, immensa. E poi la notte: con una fotografia suggestiva solo alcuni monumenti vengono illuminati. Magica, irreale scenografia dellincontro tra Sara e Sergio. Non manca nemmeno Torino, piazza Vittorio in una giornata di sole, origine, luogo di inizio. Sergio qui cerca rifugio dai vecchi genitori. Un tornare indietro che ormai non è più possibile.   Suggestiva la musica degli Avion Travel, e a Peppe Servillo, il leader del gruppo, tocca anche il ruolo di Gianni, lamico operaio morto nel cantiere, che accompagna i sogni ad occhi aperti del protagonista, fino a mostrargli cosè il paradiso. Un luogo dove si mangia pane e salame e si può vivere in pace con se stessi. C\'è anche un\'eccezionale Laura Betti, la suora guardiana del convento, che guarda Sergio mentre si spoglia («Che fa sorella guarda?», «Certo, non sono mica scema»). Un film per chi ama guardarsi dentro, anche rischiando di non trovarci niente, per chi ama molto se stesso, anche rischiando di sacrificare gli altri, per chi ha il coraggio di innamorarsi. Anche per una sola notte.
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