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La donna perfetta

Negli anni Settanta il regista americano Bryan Forbes dirigeva "The Stepford Wives", poi tradotto in italiano "La fabbrica delle mogli" oggi il regista Frank Oz ne ha girato un'affascinante remake con Nicole Kidman e Matthew Broderick.

La donna perfetta

12.04.2007 - Autore: Giulia Villoresi
Regia: Frank Oz Con: Matthew Broderik, Niole Kidman, Christopher Walken, Glene Close, Bette Midler   Negli anni Settanta il regista americano Bryan Forbes dirigeva, da un soggetto di Ira Levin, \"The Stepford Wives\", poi tradotto in italiano \"La fabbrica delle mogli\", un film che all\'epoca fece discutere per i suoi contenuti provocatori.   Adesso, nel 2004, il regista Frank Oz ne ha girato un\'affascinante remake con Nicole Kidman e Matthew Broderick. Il film uscirà nelle sale italiane il nove luglio con il titolo \"La donna perfetta\". Joanna è un\'affascinante quanto spregiudicata producer tv all\'apice della sua carriera, ma uno spiacevole episodio fa sì che di punto in bianco sia licenziata senza possibilità di revoca. Il marito e avvocato Walter Eberhart, per salvare il loro matrimonio e insieme Joanna da una crisi nervosa, decide di trasferirsi con tutta la famiglia nell\'idilliaco paesino di Stepford.   L\'accoglienza nel villaggio è sospetta tanto è calorosa, così come destano perplessità le altre donne della comunità: tutte uguali, il sorriso non si cancella mai dai loro volti distesi, i modi sono impeccabili, così come lo sono le cure ossessive che riservano alla casa. Mai un muso lungo, mai un\'obiezione, mai nemmeno un\'opinione. Perfette? Ad ogni modo sembrano tutte programmate alla sottomissione. E i mariti sembrano contenti così. Ma sanno queste donne dire \"ti amo\" senza che sia un microchip ad ordinarglielo?   Questo il grande interrogativo del film di Oz. Meglio una donna perfetta, in questo caso perfettamente moglie, oppure è meglio una donna dotata di spirito critico, di intemperanze e di passioni?   Il regista spiritoso e un po’ sferzante di “In & Out” e di “Moglie a sorpresa”, sempre un po’ in bilico tra umorismo e attualità, propone con “La donna perfetta” un bel lavoro di cast, scenografia e ritmo. Il film, scontato fin dai primi cinque minuti, si fa perdonare per il gusto colorato e accattivante, per il fascino del siparietto e del luogo comune e per l’indiscutibile bravura di Glene Close, che pur nel suo personaggio-macchietta, riesce ad essere irriverente, esplosiva, esilarante. Certo, gli schemi, i personaggi e lo svolgimento sono sempre gli stessi, e nonostante la risata facile, arriva un momento in cui ci si chiede quale mai possa essere il senso e l’utilità del film. Se negli anni Settanta un tema simile aveva un significato, ecco che nel remake del terzo millennio ogni intuizione è irrimediabilmente persa, o quanto meno arrugginita.  
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