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La cura del gorilla

Finalmente il cinema italiano si è accorto del noir! A darne prova definitiva è questo film che dopo "Quo Vadis, Baby?" di Gabriele Salvatores testimonia l'attenzione delle produzioni nei confronti di questo genere

La cura del Gorilla

12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani
Di Carlo A. Sigon;
con Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine, Antonio Catania,
Gigio Alberti, Bebo Storti


Che cos’è che distingue Sandrone (Claudio Bisio) detto “il Gorilla” da tutti gli altri investigatori? Il fatto che nella sua testa viva anche l’altro, il “socio”, quello che con le maniere forti riesce sempre a risolvere le situazioni più spinose. Le due personalità convivono nello steso corpo, e si alternano alla sua guida.

Maldestro e un po’ cialtrone, il Gorilla si ritrova ad essere suo malgrado invischiato in due lavori: prima deve scortare Jerry Warden (Ernest Borgnine), un vecchio attore venuto in Italia per presenziare al lancio di un videogioco, e soprattutto scoprire chi ha assassinato il fidanzato di Vera (Stefania Rocca), una ragazza conosciuta per caso ed intenta ad aiutare gli immigrati albanesi residenti a Cremona. Tra tentativi più o meno riusciti, e soprattutto con l’aiuto segreto del suo socio, Sandrone cercherà di trovare il bandolo della matassa e risolvere il caso…

Finalmente il cinema italiano si è accorto del noir!!!

A darne prova definitiva è questo “La cura del gorilla”, che dopo “Quo Vadis, Baby?” (id., 2005) di Gabriele Salvatores testimonia l’attenzione della Colorado Film di Maurizio Totti nei confronti di questo genere. Se si pensa poi che pochi mesi fa è uscito un gran film come “Romanzo criminale” (id., 2005) di Placido, e che è imminente anche il divertentissimo “Piano 17” dei fratelli Manetti, potremmo forse iniziare a parlare di “esplosione” del noir, e questo non potrebbe essere che un vantaggio per la nostra industria cinematografica.

Ma passiamo a parlare del film diretto dall’esordiente Carlo Sigon, che riporta Claudio Bisio al cinema dopo sei anni di assenza ingiustificata. Precisiamo subito che si tratta di un’opera che non possiede l’inutile pretesa di essere un capolavoro, ma si limita a voler intrattenere lo spettatore con un racconto il più possibile spigliato ed interessante. L’obiettivo è quindi centrato, anche se non in pieno “La cura del gorilla” pecca nella costruzione della trama gialla, che a nostro avviso lascia intravedere troppo presto i risvolti finali dell’intreccio. A parte questo però il lungometraggio è assolutamente godibile, diretto con mano leggere e divertita, ed interpretato da un protagonista perfettamente immedesimato nel proprio ruolo: Bisio rende infatti con tenerezza e partecipazione la figura di Sandrone, regalandogli quell’aria “da cane bastonato” che meglio si addice al personaggio. Calato in tutta una serie di situazioni bizzarre e divertenti, l’attore si diverte a dettare con una serie di comprimari di lusso come Ernest Borgnine, Stefania Rocca, ed il suo decennale gruppo di amici/comici milanesi.

Simpatico e fresco nella confezione, il film di Sigon è assolutamente rispettoso delle regole del genere, e le inserisce in un ambientazione attenta anche a denunciare - in filigrana - la situazione sociale e politica del nostro paese. Cosa si può chiedere di più ad un’opera di intrattenimento?