Di Carlo A. Sigon;
con Claudio Bisio, Stefania Rocca, Ernest Borgnine, Antonio Catania,
Gigio Alberti, Bebo Storti
Che cos’è che distingue Sandrone (Claudio Bisio)
detto “il Gorilla” da tutti gli altri investigatori? Il fatto che nella
sua testa viva anche l’altro, il “socio”, quello che con le maniere
forti riesce sempre a risolvere le situazioni più spinose. Le due
personalità convivono nello steso corpo, e si alternano alla sua guida.
Maldestro e un po’ cialtrone, il Gorilla si ritrova ad essere suo
malgrado invischiato in due lavori: prima deve scortare Jerry Warden (Ernest Borgnine),
un vecchio attore venuto in Italia per presenziare al lancio di un
videogioco, e soprattutto scoprire chi ha assassinato il fidanzato di
Vera (Stefania Rocca),
una ragazza conosciuta per caso ed intenta ad aiutare gli immigrati
albanesi residenti a Cremona. Tra tentativi più o meno riusciti, e
soprattutto con l’aiuto segreto del suo socio, Sandrone cercherà di
trovare il bandolo della matassa e risolvere il caso…
Finalmente il cinema italiano si è accorto del noir!!!
A darne prova definitiva è questo “La cura del gorilla”, che dopo “Quo Vadis, Baby?” (id., 2005) di Gabriele Salvatores
testimonia l’attenzione della Colorado Film di Maurizio Totti nei
confronti di questo genere. Se si pensa poi che pochi mesi fa è uscito
un gran film come “Romanzo criminale” (id., 2005) di Placido, e che è imminente anche il divertentissimo “Piano 17” dei fratelli Manetti,
potremmo forse iniziare a parlare di “esplosione” del noir, e questo
non potrebbe essere che un vantaggio per la nostra industria
cinematografica.
Ma passiamo a parlare del film diretto dall’esordiente Carlo Sigon, che riporta Claudio Bisio
al cinema dopo sei anni di assenza ingiustificata. Precisiamo subito
che si tratta di un’opera che non possiede l’inutile pretesa di essere
un capolavoro, ma si limita a voler intrattenere lo spettatore con un
racconto il più possibile spigliato ed interessante. L’obiettivo è
quindi centrato, anche se non in pieno “La cura del gorilla”
pecca nella costruzione della trama gialla, che a nostro avviso lascia
intravedere troppo presto i risvolti finali dell’intreccio. A parte
questo però il lungometraggio è assolutamente godibile, diretto con
mano leggere e divertita, ed interpretato da un protagonista
perfettamente immedesimato nel proprio ruolo: Bisio rende infatti con
tenerezza e partecipazione la figura di Sandrone, regalandogli
quell’aria “da cane bastonato” che meglio si addice al personaggio.
Calato in tutta una serie di situazioni bizzarre e divertenti, l’attore
si diverte a dettare con una serie di comprimari di lusso come Ernest Borgnine, Stefania Rocca, ed il suo decennale gruppo di amici/comici milanesi.
Simpatico e fresco nella confezione, il film di Sigon
è assolutamente rispettoso delle regole del genere, e le inserisce in
un ambientazione attenta anche a denunciare - in filigrana - la
situazione sociale e politica del nostro paese. Cosa si può chiedere di
più ad un’opera di intrattenimento?
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La cura del gorilla
Finalmente il cinema italiano si è accorto del noir! A darne prova definitiva è questo film che dopo "Quo Vadis, Baby?" di Gabriele Salvatores testimonia l'attenzione delle produzioni nei confronti di questo genere
12.04.2007 - Autore: Adriano Ercolani